La strategia cantonale per quanto riguarda l’accesso al vaccino anti-Covid-19 negli istituti per disabili per il momento non cambia. Secondo i piani, l'accesso al preparato sarà però garantito presto ai disabili anziani che vivono in istituto, così come è stato per i residenti delle case per anziani la campagna vaccinale si è conclusa (tutti gli ospiti che hanno ricevuto la prima dose sono stati vaccinati per la seconda volta, godendo così di un alto tasso di protezione).
Ma a tenere banco in questi giorni è l’accesso ai preparati di Pfizer/BioNTech e Moderna – gli unici finora approvati da Swissmedic – per disabili ospiti in strutture per invalidi. Le associazioni che chiedono a gran voce di modificare le priorità stabilite dal Cantone, elevando al terzo posto (ora sono all’ottavo) chi vive appunto in queste strutture. La competenza è infatti cantonale, come ribadito dalla Confederazione rispondendo in merito a una famiglia ticinese.
A coordinare la campagna vaccinale in Ticino è il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini, che in merito a questa richiesta spiega alla RSI che: “Nel settore dei disabili, vaccineremo presto i disabili anziani che vivono in istituto. È un passo che avevamo già pianificato sin dall’inizio ed era previsto per la terza settimana di gennaio, proprio quella durante la quale ci sono stati tagli (alle forniture, ndr.), è quindi siamo stati costretti a rinviarlo”.
"La strategia non cambia"
“La nostra strategia non cambia – continua Zanini –, le dosi di vaccino sono ancora molto poche e quindi non possiamo fare altro che attenerci alle priorità definite dalla Confederazione. È vero che tocca al cantone definire dove si vaccina, ma è altrettanto vero che possiamo scegliere i gruppi da trattare soltanto coerentemente con la strategia federale, che stabilisce come primo criterio quello dell’età”.
Il Canton Vaud ha tuttavia cambiato la situazione, iniziando a vaccinare i disabili ospiti di queste strutture, non solo quelli anziani, essendo luoghi di vita collettiva. Questo non ha un peso sulla possibilità di prendere in conto questa richiesta? “Vaud ha deciso di scostarsi da quello che Berna ha raccomandato. Non è il Ticino a essere un’eccezione, lo è Vaud”.
Altri gruppi vulnerabili, fa notare il farmacista cantonale, vorrebbero un accesso rapido al vaccino: “Persone che sono in attesa di trapianto, quelle in dialisi, i gravi cardiopatici. chi ha gravi patologie polmonari o i malati oncologici, che a giusto titolo chiedono una vaccinazione molto rapida. Richieste che attualmente, in mancanza di dosi, non possiamo soddisfare”.
Entro marzo e forse già prima della fine di febbraio, conclude Zanini, verranno quindi vaccinati gli anziani che vivono in strutture per disabili: “Stabilire altri scenari è prematuro”.
Vaccini nelle case anziani: operazione conclusa
Tutti gli anziani residenti nelle case di riposo ticinesi che hanno ricevuto la prima dose di vaccino sono ora stati vaccinati per la seconda volta. “Il 90% degli ospiti e circa il 60% del personale hanno ottenuto la vaccinazione completa”, afferma Zanini. Per quanto riguarda il resto della popolazione, in Ticino sono state finora inoculate 31'000 dosi (sono 9'000 le persone che hanno ricevuto entrambe le dosi). Inoltre, tutte le 68 case per anziani del Cantone sono in questo momento "libere" dal Covid: anche l'ultimo ospite che fino a ieri risultava positivo, è guarito. Cosa abbia portato a non avere più nessun caso nelle case anziani, se sia dovuto alla vaccinazione, oppure al fatto che il virus circola meno, è però una questione che Zanini lascia aperta. La protezione massima, ricorda, viene raggiunta dopo circa una settimana-10 giorni dalla seconda iniezione.