Come a Bellinzona, in altre località della Svizzera italiana è stata esclusa l'ipotesi di organizzare cortei per il prossimo carnevale. A Tesserete e anche a Biasca che "vista la situazione pandemica ancora in corso, avrà un carnevale, ma sicuramente non avrà un corteo", afferma Domenico Chiaravallotti, contabile della Società carnevale biaschese. Quanto ai carri, aggiunge, "i gruppi pensano già più in là. Loro tendenzialmente iniziano a lavorare per fare i carri già a inizio estate" e a questo punto, molto probabilmente, stanno lavorando alla prospettiva di sfilare nel 2023. Nella sua ultima edizione, il carnevale biaschese aveva attirato quasi 5'000 persone.
Intanto sembra che solo a Chiasso sia possibile l'allestimento di un corteo, seppur ridotto. "Noi avevamo già analizzato questa possibilità e quindi ci siamo mossi soprattutto con i gruppi e i carri del Mendrisiotto", spiega il presidente del Nebiopoli Alessandro Gazzani, precisando che era stato constatato interesse anche da diversi gruppi del Sopraceneri. Ma parteciperanno effettivamente al corteo? È molto difficile prevederlo, risponde Gazzani: anche questi gruppi, del resto, dovranno fare le loro valutazioni e prendere decisioni. "Però", aggiunge, "non nascondo che siamo piuttosto fiduciosi".
Lavori in corso, quindi, a Novazzano e a Castel San Pietro. Per Tommaso Blondel, che è membro del gruppo "La Castello bene", nonché responsabile per le manifestazioni, l'idea da discutere è quella di fare il carnevale a Castel San Pietro, ma in uno spazio chiuso accessibile con biglietti d'entrata. Una soluzione che consentirebbe "da una parte di coprire un po' i maggiori costi di sicurezza che genera la chiusura e, dall'altra, se potremo svolgere il corteo" di "dare magari un piccolo contributo, sempre comunque simbolico, ai carri e ai gruppi che vorranno partecipare".
E in questo senso le spese da sostenere non sono certo poche. Per un carro vanno anche oltre i 15'000 franchi. E occorrono almeno tre cortei per contenere i costi.