I conti esatti saranno possibili solo a fine anno, ma le conseguenze economiche dell’epidemia da coronavirus non risparmiano viticoltori, produttori e commercianti di vino. “Stimiamo di perdere da un milione a un milione e mezzo di bottiglie di vendita”, ha affermato il direttore di Ticinowine Andrea Conconi, che prevede tra i 15 e i 20 milioni di franchi in meno per tutto il settore.
Il Consiglio federale ha stanziato un aiuto finanziario straordinario di 10 milioni di franchi, 750’000 dei quali sono destinati al Ticino. Saranno usati per declassare alcuni vini DOC in giacenza in modo da toglierli dal mercato, trasformandoli in prodotti di minor valore. I lavoratori della filiera vitivinicola hanno presentato un progetto anche al Consiglio di Stato, e chiesto sussidi per rilanciare un settore che fa i conti con difficoltà antiche, come la sovraproduzione e la concorrenza dall’estero.
"Non è il Covid che ha scatenato il problema – sostiene Feliciano Gialdi, della Vini Gialdi SA – è la goccia che ha fatto traboccare il vaso".
L’approfondimento integrale sul mercato del vino ticinese andrà in onda nel magazine economico Tempi Moderni, venerdì 11 settembre su RSI LA1 alle 22:25.
Un vino concorrenziale
Il Quotidiano 10.09.2020, 21:00