Ticino e Grigioni

"Zelensky a Lugano? Questione ancora aperta"

Intervista all'ambasciatore ucraino a Berna, Artem Rybchenko, in Ticino in vista della Conferenza sulla ricostruzione del 4 e 5 luglio

  • 17 giugno 2022, 07:54
  • 20 novembre, 15:42
02:43

Visita a Lugano per l'ambasciatore ucraino in Svizzera

Telegiornale 16.06.2022, 22:00

Di: eb / sf 

Mancano meno di tre settimane alla Conferenza sulla ricostruzione dell’Ucraina che si terrà a Lugano e l’ambasciatore di Kiev in Svizzera, Artem Rybchenko, è arrivato in città per un sopralluogo in vista dell’evento. Un’occasione per chiedergli cosa si aspetta dall'incontro previsto il 4 e 5 luglio.

"Questa conferenza sarà una delle più grandi piattaforme per i nostri partner internazionali per discutere di come supportare la ricostruzione dell’Ucraina. E non parliamo solo di infrastrutture. Ci sono davvero moltissimi altri temi da prendere in esame. Ad esempio i valori democratici. L’Ucraina, infatti sta combattendo per la propria democrazia, la propria indipendenza e per la Nazione".

Quindi la ricostruzione sarà il tema principale di questa conferenza. Ma come si fa a parlare di ricostruzione se la guerra non è ancora finita?

"Anzitutto questa è la posizione del nostro presidente Zelensky. Noi dobbiamo ricostruire il nostro Paese adesso. Dobbiamo iniziare oggi. Perché domani, dopo la vittoria, sarà già troppo tardi. Molti ucraini che sono andati via vogliono tornare a casa il prima possibile. E noi vogliamo farli tornare. Per questo dobbiamo ricostruire gli ospedali, le scuole e gli asili che sono stati distrutti dai russi".

Sappiamo che la partecipazione del presidente Zelensky è confermata, ma c'è qualche possibilità che venga di persona a Lugano?

"La questione è ancora aperta, perché la situazione nel nostro Paese cambia ogni giorno. Zelensky è una persona di grande responsabilità e ovviamente vuole stare accanto al nostro Paese, ma io oggi sono a Lugano proprio per preparare al meglio gli spazi e le questioni logistiche. Voglio ringraziare ancora una volta la Svizzera e soprattutto il presidente Cassis per aver reso possibile questa iniziativa con successo".

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