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Più sicurezza a carnevale grazie alla diffida

Il gruppo "Carnevali in sicurezza" ne spiega l'uso e ne elogia l'efficacia - Anche il Rabadan entra ufficialmente nella rete

  • 16 gennaio 2023, 09:57
  • 20 novembre, 12:09
02:56

SEIDISERA del 15.01.23 - Carnevali in sicurezza, il servizio di Nicola Lüönd

RSI Info 15.01.2023, 19:44

  • Archivio Keystone
Di: Seidisera/Lüönd/eLP 

È ricominciato il tempo dei carnevali e quest'anno ci sono novità sotto il profilo della sicurezza. Il re dei cortei ticinesi, il Rabadan, dopo un anno di prova nell'edizione 2020, entra a far parte ufficialmente del gruppo "Carnevali in sicurezza".

Nato nel 2007, oggi questo gruppo riunisce e mette in rete, favorendo scambi di informazioni e provvedimenti disciplinari comuni, i carnevali di Tesserete e Roveredo, Chiasso, Maggia e, appunto, Bellinzona. Il gruppo dispone di un regolamento di base a cui tutti i partecipanti si rifanno e che si può modellare in base alle peculiarità di ciascuno. Vi è tuttavia un punto su cui tutti concordano: la diffida.

Il meccanismo di quest'ultima è molto semplice. Un esempio pratico lo fornisce ai microfoni della RSI Livio Mazzuchelli, fondatore del gruppo Carnevali in sicurezza nonché Presidente del carnevale di Tesserete. "Comincia il carnevale di Lingera e un personaggio viene diffidato". A questo punto il suo nome rientra "su un formulario ufficiale". Questa diffida "è legale e vale 18 mesi", sottolinea.

Se poi "il personaggio va in un altro carnevale e non si comporta ancora bene, viene preso dalla sicurezza e diffidato anche da quest'ultimo carnevale". "Alla fine di tutte le manifestazioni si raggruppano tutte le diffide e quando un personaggio ha preso due diffide, l'ultimo carnevale che gli ha dato la diffida deve fare la denuncia per violazione di domicilio", completa il fondatore del gruppo.

Una precisazione è tuttavia doverosa: il formulario ufficiale non rappresenta un tentativo di schedatura degli avventori. All'entrata dei carnevali nessun presidio controlla i nominativi degli utenti. "Non si controllano, è impossibile: qui si parla di migliaia di persone" spiega sempre Mazzucchelli, indicando tuttavia l'effetto dissuasivo del procedimento. "In questi anni ho sempre visto che il ragazzo che ha preso una diffida" poi, agli altri appuntamenti, non "crea più problemi".

Anche Giovanni Capoferri, presidente della società Rabadan, elogia il meccanismo della diffida, perché costringe le persone a "riflettere". Subire una diffida, che può portare anche a delle conseguenze penali, costituisce una deterrenza valida alla goliardia carnevalesca.

I risultati dello strumento sembrano confermarne l'efficacia, infatti delle "cinquantina, sessantina" di diffide date in tutti i carnevali, solo pochissime finiscono in denunce. "Di denunce, le conto sulle dita di una mano" conclude Mazzucchelli.

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