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Bolivia, una presidente senza voti

Jeanin Anez si è autoproclamata alla guida del paese nonostante l'assenza della maggioranza in Parlamento. Morales: "È un golpe di destra"

  • 13 novembre 2019, 07:43
  • 9 giugno 2023, 18:20

Notiziario 06.00 del 13.11.2019 Il servizio di Emiliano Guanella

RSI Info 13.11.2019, 07:20

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Di: ATS/M. Ang.

La Bolivia sprofonda sempre più nel caos. La senatrice dell'opposizione Jeanine Anez del partito Unidad democratica (Ud) si è nominata presidente ad interim della Bolivia nonostante l'assenza della maggioranza dei voti richiesta dalla Costituzione; per Anez hanno votato solo i parlamentari della sua formazione politica e di alcuni altri gruppi. Lo riferisce il quotidiano El Deber, sottolineando che la nomina è avvenuta nonostante Camera e Senato non abbiano raggiunto il quorum per l'assenza dei parlamentari del partito di Governo Movimento al socialismo (Mas) che controllava i 2/3 delle due Camere.

"È un golpe"

Il presidente della Bolivia, Evo Morales, costretto a fuggire in Messico dopo le minacce di morte da parte dei suoi oppositori, ha definito la nomina di Jeanine Anez "un'autoproclamazione" che costituisce "il golpe più subdolo e nefasto della storia". Dall'esilio in Messico, Morales ha rilevato che si tratta di "una senatrice di destra golpista" che "si autoproclama presidente del Senato e presidente ad interim della Repubblica senza quorum legislativo, circondata da un gruppo di complici e protetta da Forze armate e polizia che reprimono il popolo".

Morales vola in Messico

Telegiornale 12.11.2019, 13:30

L'esercito nelle strade e i morti

In seguito alle violente proteste, l'esercito è stato dispiegato nelle strade per sostenere la polizia. Finora negli scontri hanno perso la vita già sette persone. Scontri che sono destinati ad aumentare. La Centrale operaia boliviana (Cob) ha avvertito "gli attori politici che hanno causato questo caos e disordine sociale" che se "entro 24 ore non sarà ristabilito l'ordine costituzionale" sarà "dichiarato uno sciopero generale a tempo indeterminato".

Le reazioni internazionali

Il presidente statunitense Donald Trump ha definito lunedì le dimissioni di Morales dalla presidenza boliviana un "momento importante per la democrazia nell'emisfero occidentale" e un "avvertimento per i regimi illegittimi di Venezuela e Nicaragua". Di tutt'altro avviso il presidente eletto dell'Argentina, Alberto Fernández che ha definito le dichiarazioni di Trump "poco felici" e ha espresso critiche in merito alle "interferenze" degli Stati Uniti negli affari latinoamericani. "A mio avviso, gli Stati Uniti hanno interferito per decenni nella regione. Ora siamo tornati ai periodi peggiori degli anni Settanta, con il sostegno agli interventi militari contro governi popolari eletti democraticamente", ha dichiarato Fernandez. Appelli alla moderazione e al rispetto della Costituzione sono stati rivolti alle parti in conflitto da parte di ONU, Unione europea e Cina. Diverse nazioni (fra cui Russia, Messico, Uruguay, Venezuela e Cuba) e vari organismi internazionali (Gruppo di Puebla e l'Alba, Alleanza bolivariana per i popoli della nostra America) non hanno esitato a definire un "colpo di Stato" quello che è accaduto in Bolivia.

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