Michael Hengartner è rettore dell'Università di Zurigo e presidente swissunivesities, associazione che racchiude tutte le scuole superiori svizzere. Obbiettivo di quest'ultima: approfondire e sviluppare la collaborazione tra le scuole universitarie svizzere promuovendo l’esistenza di un’unica voce per l’ambiente universitario elvetico. Non solo, swissuniversities coordina e opera a livello internazionale in veste di Conferenza nazionale dei rettori a favore di tutte le scuole universitarie, scuole universitarie professionali e alte scuole pedagogiche della Svizzera. Abbiamo deciso di incontrarlo e intervistarlo per capire meglio l’importanza delle istituzioni universitarie all’interno di un appuntamento di Davos, nel quale a farla da padrona sono prevalentemente rappresentanti del mondo economico e politico.
Chi incontrerà Michael Nengartner durante il Forum economico mondiale (WEF) di Davos?
"Ci saranno incontri innanzitutto tra i vari direttori e presidenti delle università presenti - circa due dozzine. Un punto di ritrovo annuale, qui a Davos, ideale per mantenere i contatti tra i vari direttori. In qualità di direttore dell'Università di Zurigo ci saranno poi incontri con i rappresentati del mondo dell'economia, della politica, di istituzioni sociali. In particolar modo - ed è quasi ironico - a Davos si incontrano quasi tutte le personalità più importanti della politica svizzera in uno spazio ristretto e in un breve lasso di tempo. Ciò che rende il nostro scambio di idee, qui nei Grigioni, molto efficiente”.
“Sono convito che lo sviluppo sostenibile vada valorizzato ancora di più. È sicuramente una delle sfide future più grandi per l'umanità. Dovremmo trovare un'organizzazione che si faccia portabandiera del nostro futuro e dell'importanza che questo ha per la società. È necessario portare avanti questo discorso, quello dell'energia verde. Dal mio punto di vista - al WEF - si dovrebbe spingere ancora di più in questa direzione, al posto di altri temi”.
“Stiamo promuovendo un progetto molto interessante che trasforma l'energia solare direttamente in energia chimica, senza trasformarla prima in elettricità. Qualcosa di simile a quanto fanno le piante con la fotosintesi: trasformare direttamente l'energia del sole in qualcosa che si possa usare come carburante, come se fosse benzina. Sono alcuni anni che stiamo portando avanti questo progetto mentre la natura ha avuto diversi miliardi di anni di tempo per sviluppare processo e perfezionarlo. Noi ci stiamo lavorando solo da quattro anni, ma in questo lasso di tempo abbiamo fatto diversi progressi”.
“Il nostro progetto, economicamente, non è ancora interessante. L'efficienza non è ancora sufficientemente alta, ma siamo certi che questo progetto ha forte potenziale per essere sfruttato”.
“C'è sempre concorrenza. Oggi si parla sempre più di "coopetition", ossia cooperazione e competizione. Siamo però sulla stessa barca, perché siamo tutti rappresentanti della scienza, della ricerca, e dobbiamo far sì che la politica prenda decisione basate sui fatti. Noi siamo per un mondo dove il sapere, l'educazione e la formazione sono importanti. Naturalmente mi farebbe piacere avere il prossimo premio Nobel alla mia università e non nell'istituto vicino, ma per essere sincero questi sono piccoli litigi, simili a quelli tra fratelli e sorelle. Ci si stuzzica a vicenda ma per finire si è sangue dello stesso sangue e si lavora assieme”.
“Da molti anni, la scienza è una parte importante del WEF. Ci sono diverse manifestazioni dove vengono presentate novità e scoperte, in modo da porre le basi fondate sui fatti. Sono certo che anche il presidente del WEF - Klaus Schwab - è conscio che il sapere è un elemento importante nel processo decisionale. Chiaramente si potrebbe fare di più. Io sarei già felice se ci fosse un consenso generale che attesti come i fatti debbano avere un ruolo importante nella presa delle decisioni. In questo campo è però ancora necessario un po' di lavoro di convincimento”.
Michael Hengartner, la scienza e la pratica
L'edizione 2018 presenta diversi appuntamenti legati all'energia verde, alle energie rinnovabili. Come valuta questo sviluppo nella programmazione?
Cosa si sta facendo in questa direzione all'Università di Zurigo?
Ma c'è interesse da parte del mondo dell'economia e della politica per questo progetto?
A Davos i rappresentati delle varie università si trovano a discutere, collaborare, ma alla fine è la concorrenza - anche tra voi - a regnare...
Ma la politica si prende a cuore abbastanza il lavoro che fate, cosa rappresentate? Oppure il WEF è il luogo dove render chiaro dell'importanza della scienza?
Manuele Ferrari