Svizzera

Donazione d'organi e consenso presunto

L'introduzione del principio è al centro della seconda votazione federale in programma per il 15 maggio

  • 1 aprile 2022, 06:00
  • 14 settembre 2023, 09:19
Chirurghi e infermieri impegnati in un'operazione di trapianto allo CHUV di Losanna

Chirurghi e infermieri impegnati in un'operazione di trapianto allo CHUV di Losanna

  • archivio keystone
Di: ARi 

La modifica della legge sui trapianti rappresenta un controprogetto indiretto all'iniziativa denominata "Favorire la donazione di organi e salvare vite umane". Il ritiro di quest'ultima, depositata nel 2019 con più di 112'000 firme a sostegno, è stato condizionato dai promotori all'entrata in vigore del controprogetto approvato dalle Camere. Contro la normativa è stato però promosso un referendum, che ha ottenuto più di 55'000 firme valide. Sul progetto, di conseguenza, l'ultima parola spetterà al popolo.

La revisione della legge prende le mosse dai seri problemi che in Svizzera investono la disponibilità di organi e la donazione per trapianti. Il numero delle donazioni permane infatti basso, nonostante i progressi realizzati negli anni sulla scia di un piano d'azione avviato dal Governo quasi 10 anni fa. Per l'Esecutivo e il Parlamento è quindi tempo di gestire diversamente la problematica della donazione d'organi.

Votazioni del 15 maggio e modifica della legge sui trapianti: il video esplicativo diffuso dalla Cancelleria federale

Attualmente in Svizzera la donazione è vincolata ad un consenso esplicito da parte degli interessati o - quando la loro volontà non è nota - ad un consenso in senso lato da parte dei congiunti, chiamati così a decidere sulla base delle intenzioni presunte. Il progetto sottoposto al popolo sancisce ora un netto cambio di paradigma: viene infatti introdotto il modello del consenso presunto, che - in assenza di una comprovata dichiarazione di contrarietà - presuppone un' approvazione in linea di massima della donazione d'organi. Tale modello, se gli interessati non si erano espressi in materia di donazione, assicura comunque il coinvolgimento dei congiunti: essi potranno infatti negare un espianto, se sanno o presumono che gli interessati si sarebbero opposti.

Il progetto prevede quindi l'allestimento di un nuovo registro sulle donazioni di organi, nel quale chiunque potrà indicare il suo rifiuto della donazione dopo la morte, oppure la propria disponibilità o anche un consenso limitato unicamente ad alcuni organi. Le iscrizioni potranno essere modificate in qualsiasi momento. Per il resto i criteri clinici necessari per le donazioni rimarranno immutati; segnatamente la norma per cui possono donare organi solo coloro che muoiono in un reparto di terapia intensiva.

L'informazione alla popolazione sul nuovo modello, ai sensi della normativa, dovrà essere effettuata in modo esauriente, sistematico e comprensibile anche alle persone affette da disabilità. Se il controprogetto indiretto verrà respinto dai votanti, a essere sottoposta al popolo sarà l'iniziativa popolare, a meno che i suoi promotori non decidano di ritirarla in via definitiva.

Le ragioni del "no"

I promotori del referendum si oppongono alla normativa, ravvisandovi una violazione del diritto all'autodeterminazione e all'integrità fisica sancito dalla Costituzione federale. Contestano quindi il nuovo modello, affermando che una donazione d'organi è eticamente giustificabile solo se le persone interessate hanno espresso in vita il loro esplicito consenso.

I congiunti - sostengono poi i referendisti - potranno ancora opporsi ad un espianto, ma solo dimostrando in maniera credibile che il defunto avrebbe presumibilmente negato la donazione d'organi: una loro opposizione potrebbe quindi essere tacciata come una condotta non solidale.

I contrari, infine, definiscono irrealistico l'obiettivo di informare in Svizzera tutte le persone sulla necessità di dichiarare per iscritto o oralmente il rifiuto della donazione. Ci saranno infatti sempre, affermano, persone non al corrente del fatto che avrebbero potuto opporsi.

Gli argomenti del "sì"

Consiglio federale e Parlamento difendono il controprogetto, sostenendo che le questioni etiche sono state oggetto di ponderazione: il modello del consenso presunto, grazie alla sua maggiore chiarezza, aiuta anzi i congiunti che sono chiamati ad affrontare una situazione delicata. Inoltre, se non vi è una dichiarazione di volontà e se non è possibile raggiungere alcun congiunto, la legge vieta il prelievo di organi.

Il consenso presunto, sottolineano quindi Governo e Camere, è in vigore nella maggior parte degli Stati dell'Europa occidentale e ha mostrato la sua validità, con un numero di donazioni d'organi tendenzialmente più elevato rispetto a quello che oggi si registra nella Confederazione.

Intanto in Svizzera sono in molti ad attendere donazioni d'organi, che possono salvare vite o migliorarle in maniera determinante. Si tratta quindi, per quanto possibile, di trapiantare tutti gli organi idonei allo scopo. L'introduzione del modello pone così in essere un potenziale per più donazioni.

01:57

Verso il 15 maggio

Telegiornale 01.04.2022, 22:00

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