Svizzera

Nuova legge sui giochi in denaro

Sottoposta a referendum la normativa in materia approvata lo scorso anno dal Parlamento federale

  • 22 maggio 2018, 18:07
  • 8 giugno 2023, 20:01
03:54

Nuova legge sui giochi in denaro - Il video esplicativo della Cancelleria federale

admin 21.05.2018, 19:05

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È nell'ordine di diversi miliardi di franchi il fatturato prodotto ogni anno in Svizzera da case da gioco, lotterie e scommesse sportive. L'articolo costituzionale sui giochi in denaro venne plebiscitato nel 2012 dal popolo e dai cantoni. Intorno a questa base legale il Parlamento ha quindi approvato, nel settembre dello scorso anno, una nuova normativa destinata a sostituire la legge del 1998 sulle case da gioco e quella sulle lotterie, risalente al lontano 1923.

Fra controlli, concessioni in numero limitato e obblighi per il versamento di contributi alla collettività, la nuova legge conferma la politica seguita finora in materia. Non mancano però novità di rilievo come in particolare la possibilità, per le case da gioco al beneficio di una concessione, di proporre giochi in denaro anche in Internet. Altre innovazioni importanti sono rappresentate da una maggiore tutela dei consumatori rispetto ai rischi di dipendenza e di indebitamento, da sanzioni penali contro la manipolazione degli incontri sportivi e da disposizioni tese a inasprire la lotta contro il riciclaggio di denaro.

Tenendo conto della crescente digitalizzazione che si registra anche in questo settore, la nuova legge si prefigge segnatamente di bandire dal mercato quelle piattaforme di gioco online che hanno sede all'estero e non sottostanno al diritto elvetico. In questo senso viene quindi prevista una forma di blocco all'accesso di offerte di gioco in Internet che non sono autorizzate in Svizzera. Contestando in particolare questo punto, vari ambienti hanno così promosso e sostenuto un referendum contro la normativa. Esso è riuscito, lo scorso gennaio, con quasi 61'000 firme valide a sostegno.

Gli argomenti dei contrari

I referendisti, anzitutto, denunciano i blocchi all'accesso online come una grave intromissione nella libertà economica e di informazione. Ritengono inoltre che l'impianto della legge punti a imporre un sistema protezionistico, che assicurerebbe alle case da gioco svizzere il controllo sulle offerte in Internet, escludendo dal mercato ogni concorrente indesiderato.

Una soluzione alternativa, sempre a detta dei contrari alla nuova legge, consisterebbe invece nel sottoporre sia l'offerta nazionale, che quella estera, alle norme elvetiche in materia di concessione e di tassazione (a beneficio dell'AVS e dell'AI).

I promotori del referendum, infine, affermano che con la nuova legge risulterebbe insufficiente la protezione dei giocatori. Per rafforzarla, si dicono quindi favorevoli all'introduzione di una tassa per la prevenzione e alla creazione di un organismo peritale consultivo.

La posizione del Governo

Difendendo i blocchi all'accesso alla rete, il Consiglio federale rileva che gli operatori di giochi online non autorizzati non versano alcun contributo alla collettività. Essi non sono inoltre vincolati ad adoperarsi in funzione della lotta a derive e reati, come la dipendenza da gioco o il riciclaggio di denaro.

Per il Governo, inoltre, il blocco ai giochi non autorizzati non può essere assimilato ad una forma di censura, dal momento che non intacca in alcun modo le libertà di opinione e di informazione. La popolazione, anzi, si aspetta che vengano applicate anche alla rete le modalità di autorizzazione previste dalla Costituzione federale.

L'Esecutivo sottolinea quindi la portata delle risorse alla collettività derivanti dal gettito dei giochi in denaro legali: quasi un miliardo di franchi viene infatti destinato ogni anno all'AVS/AI e a varie organizzazioni di pubblica utilità. Si prevede quindi che le novità legate alla nuova normativa dovrebbero permettere di aumentare a medio termine tali entrate fino a 300 milioni di franchi all'anno.

ARi

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