Il numero di suicidi continua a diminuire in Svizzera: dal picco di 1'600 casi all'anno registrato tra il 1980 e il 1985 si è passati a meno di mille (più precisamente 972) nel 2020. E questo nonostante i timori di un eventuale aumento legato alla prima fase della pandemia. Questo è quanto emerge da una nuova analisi effettuata dall'Ufficio federale di statistica (UST).
Nel 2020, l'anno in cui è esplosa la pandemia di coronavirus, in Svizzera hanno commesso suicidio 696 uomini e 276 donne, con una diminuzione, rispetto al 2019, di 46 tra gli uomini e un numero invariato tra le donne. È dal 1964 che non si scendeva sotto la soglia dei mille casi.
Come in passato, osserva l'UST, anche nel 2020 si constatano marcate differenze a seconda del sesso e dell'età. Due terzi dei suicidi riguardava uomini, un terzo invece donne. Oltre il 70% dei suicidi concerneva persone di oltre 45 anni. Tra il 7 e l'8% dei casi, invece, uomini e donne al di sotto dei 25 anni.
In Ticino il numero minore di suicidi
Per poter valutare gli andamenti a livello regionale, i tassi di suicidio del 2020 sono stati comparati con i valori medi relativi ai quinquenni 2010–2014 e 2015–2019. I tassi ogni 100'000 abitanti consentono il confronto tra regioni con dimensioni e struttura dell’età diverse.
Rispetto al periodo 2015–2019, nel 2020 i tassi di suicidio sono risultati inferiori in tutte le regioni. A eccezione di Zurigo, sono diminuiti anche rispetto al periodo 2010–2014. Tra il 2010 e il 2014 i tassi di suicidio più elevati sono stati riscontrati nella Regione del Lemano, mentre nel periodo seguente e nel 2020 in quella di Zurigo. Il Ticino ha presentato i tassi di suicidio inferiori per tutto il decennio.
In aumento i suicidi assistiti
I suicidi assistiti sono aumentati dai 1'196 casi del 2019 ai 1'251 del 2020, segnando una crescita del 4,6%. La grande maggioranza dei casi (88% del totale) - come fa sapere ancora l'UST - riguardava over 65 o persone con una malattia incurabile che in breve tempo avrebbe portato a morte naturale.