La procura ha disposto una perizia per far luce sulla morte di Mile Bojic, l’operaio bosniaco che il 9 novembre scorso, nel cantiere di Via Ghiringhelli a Bellinzona, è stato travolto da una scala in costruzione.
Lunedì i tecnici sono giunti sul posto per prelevare, con dei carotaggi, i campioni di cemento necessari alle analisi di laboratorio. Accertamenti che, uniti ad altri, dovranno permettere di capire perché il manufatto ha improvvisamente ceduto, uccidendo il 44enne e ferendo un secondo operaio, di 49 anni.
La consistenza del materiale, i tempi di esecuzione, il tipo di armatura, le scelte di natura architettonica. Tutte le ipotesi restano aperte. Le valutazioni, affidate allo studio di ingegneria Lombardi, sono solo agli inizi.
Ricostruite le tappe
Intanto gli inquirenti hanno effettuato diversi interrogatori, grazie ai quali sono riusciti a chiarire la tempistica dei lavori. Il cassero della scala (particolarmente lunga) era stato tolto il 28 ottobre. Bojic e il collega sono arrivati in cantiere il pomeriggio dell’8 novembre, constatando che qualcuno aveva già levato anche i puntelli posati per sorreggere la struttura. A loro non restava dunque che rimuovere i pannelli laterali.
Era proprio quanto stavano facendo quando la scala è crollata. Non si sa ancora in che punto, esattamente. Il 49enne portoghese se l’è vista sparire sotto i piedi. Bojic ne è rimasto travolto.
Omicidio colposo e violazione delle regole dell’arte edilizia le accuse ipotizzate dalla procuratrice Marisa Alfier. Al momento non ci sono indagati.