Sull'accordo sulla fiscalità dei frontalieri il Ticino vuole avere pronto il piano B. Il Consiglio di Stato ha commissionato uno studio giuridico per valutare se - e con quali conseguenze - sia possibile disdire il testo in vigore dal 1974, che da tempo avrebbe dovuto essere sostituito dalla nuova convenzione, sottoscritta nel 2015 ma che l'Italia non sembra intenzionata a rendere effettiva.
Notiziario 17.00 del 16.01.2020 Un Piano B sulla fiscalità dei frontalieri - Le considerazioni del presidente del Governo ticinese
RSI Info 16.01.2020, 18:07
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Un'opzione - quella della disdetta dell'accordo del 1974 - sempre respinta da Berna, che ritiene che un simile atto unilaterale potrebbe avere conseguenze negative sulla Convenzione sulla doppia imposizione con l'Italia.
Per la verità il tema non è nuovo: vari deputati ticinesi a Berna hanno già presentato vari atti parlamentari chiedendo al Consiglio federale di valutare le varie ipotesi. Atti parlamentari non ancora evasi dalle Camere, ma cui il Consiglio federale ha dato parere negativo. Per Berna "una simile denuncia parziale potrebbe infatti avere conseguenze negative sulla Convenzione sulla doppia imposizione e un impatto negativo sull'economia svizzera e, in particolare, su quella ticinese".
L’accordo sui frontalieri è stato uno dei temi al centro dell’incontro a Roma, qualche giorno fa, fra il presidente del Gran Consiglio Claudio Franscella e la Commissione affari esteri del Senato italiano. Un incontro che aveva lo scopo non solo di far conoscere ai parlamentari italiani gli spinosi dossier transfrontalieri che toccano il Canton Ticino, ma anche esplorare una nuova via per tentare di sbloccare l’impasse.
CSI/AV/Swing