Ticino e Grigioni

"Vecchi e nuovi frontalieri? No"

Sindacati contrari all'ipotesi emersa nelle trattative Svizzera-Italia: "Tagli ai salari fino al 40% e nuove forme di dumping". L'AITI: "Prudenza"

  • 16 ottobre 2020, 20:38
  • 22 novembre, 18:21
02:43

Accordo fiscale sui frontalieri: è la volta buona?

RSI Info 16.10.2020, 20:33

Di: CSI/M. Ang. 

Sono ancora pochi i dettagli emersi dopo la visita di venerdì a Bellinzona del consigliere federale Ueli Maurer, che ha incontrato il Governo del canton Ticino per aggiornarlo in merito ai negoziati con Roma (per arrivare a un nuovo accordo sull'imposizione fiscale dei frontalieri italiani).

Un punto fermo, però, sembra esserci: una soluzione differenziata (ma transitoria), ovvero l'introduzione di due regimi fiscali diversi per vecchi e nuovi frontalieri. Dopo un determinato lasso di tempo, il regime - poi - sarà unico. Fatte le debite premesse su un negoziato che è ancora in corso, la RSI ha chiesto un commento sulla questione alle parti sociali.

"Da una parte ci sembra doveroso salvaguardare chi è già nel mercato del lavoro (in quanto vi è entrato con condizioni fiscali molto chiare); ed è impensabile applicare una riforma fiscale a chi già è nel mercato, perché assisteremmo a tagli dal 20 al 40% del reddito. I lavoratori, inoltre, andranno incontro, per via del Covid, a un alto tasso di disoccupazione. In molti perderanno il lavoro e sarebbe insostenibile, nello stesso tempo, far passare anche per i "vecchi" frontalieri una riforma di questo genere. Bisognerà però chiaramente lavorare in modo attento anche sui nuovi lavoratori con misure ad hoc per impedire che si generi una concorrenza sleale tra i vecchi e i nuovi lavoratori", spiega Andrea Puglia, dell'OCST.

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CSI 18.00 del 16.10.20 L'intervento di Andrea Puglia, OCST

RSI Info 16.10.2020, 19:43

Giangiorgio Gargantini, del sindacato UNIA, chiede che la consultazione venga allargata anche ai sindacati. "La questione del doppio binario, come è stata chiamata la novità rispetto all'accordo del 2015, porta effetti positivi e negativi. L'aspetto positivo è che non va a peggiorare, come avrebbe fatto l'accordo del 2015, la situazione dei lavoratori già impiegati oggi, che in un periodo come quello che stiamo vivendo, sarebbe stato effettivamente inaccettabile per il sindacato, dall'altra parte apre a dubbi sulla fattibilità di questo sistema, perché è importante evitare ulteriori "concorrenze" tra lavoratori. Creare gruppi diversi di lavoratori (il Ticino ne è la prova) ha conseguenze negative sul mercato del lavoro per tutti. Definire nuovi e vecchi frontalieri, senza che ci siano misure di accompagnamento (che devono, peraltro, essere ancora discusse), potrebbe creare un problema futuro".

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CSI 18.00 del 16.10.20 L'intervento di Giangiorgio Gargantini, UNIA

RSI Info 16.10.2020, 19:43

Prudenza, allo stato attuale, viene espressa dal presidente dell'AITI Fabio Regazzi. "Rispetto allo stallo al quale abbiamo assistito per anni, forse potrebbe rappresentare un passo in avanti, magari anche decisivo, verso la sottoscrizione di un accordo. È chiaro che per potersi esprimere compiutamente bisognerà avere tutta una serie di dettagli che, al momento, mancano e che potrebbero evidentemente modificare il giudizio sull'accordo che si sta elaborando".

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CSI 18.00 del 16.10.20 L'intervento di Fabio Regazzi, AITI

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