Cina e UE verso lo scontro sull'auto elettrica. Attraverso il ministero del commercio, Pechino ha espresso "forte preoccupazione e insoddisfazione" per le indagini sui produttori cinesi annunciate da Bruxelles ieri (mercoledì), avvertendo che avranno "un impatto negativo sui legami economici e commerciali" bilaterali. E definendo tale decisione "un puro atto protezionistico che interromperà e distorcerà gravemente la catena globale dell'industria dell'auto e delle forniture".
Intanto, all'indomani dell'annuncio della presidente della Commissione europea Ursula von den Leyen, che mina uno dei comparti in salute e in espansione dell'economia del Dragone, si è verificato un effetto immediato sui titoli quotati del settore: a Hong Kong le azioni del leader di mercato Byd chiudono a -3,15%, peggio dei rivali più piccoli Geely Auto (-0,52%) e Nio (-0,93%). Mentre Saic, il gruppo statale trattato a Shanghai, perde lo 0,34%. E Catl, il colosso mondiale delle batterie, cede a Shenzhen lo 0,77%.
Visto da Pechino, lo scontro con Bruxelles era l'ultimo degli scenari auspicabili, tra le tensioni con gli USA e le difficoltà economiche interne. Sabato, nel vertice con von der Leyen al G20 di New Delhi, in India, il premier cinese Li Qiang aveva chiesto "un ambiente non discriminatorio" per le imprese di Pechino, al fine di mantenere la stabilità nei rapporti sino-europei contro le incertezze globali e contro un'escalation bilaterale.
Invece, von der Leyen ("von der Hawk" sulle reti sociali in mandarino per la postura da falco anticinese) nel suo discorso sullo stato dell'Unione europea ha affermato che "i mercati globali sono ora inondati di auto elettriche più economiche. E il loro prezzo è mantenuto artificialmente basso da enormi sussidi statali".
L'indagine antisovvenzioni, avviata dalla Commissione e non sulle denunce del settore, ha avuto la spinta decisiva dei produttori francesi, in ritardo sui rivali tedeschi nella catena di fornitura elettrica. Volkswagen, tuttavia, ha segnalato le difficoltà del settore non rinnovando 269 contratti a termine presso la sua fabbrica EV di Zwickau (Sassonia, Germania) a causa dell'attuale "situazione del mercato". E si teme per migliaia di posti di lavoro.
La Commissione europea ha stimato una quota cinese di veicoli elettrici venduti in Europa all'8%, col potenziale di salire al 15% nel 2025. L'indagine è destinata a definire agenda e toni dei colloqui del vertice annuale Cina-UE, atteso entro fine anno. L'UE chiede da tempo un più ampio accesso al mercato cinese per riequilibrare la bilancia commerciale troppo sbilanciata a favore del colosso asiatico: un negoziato in salita, condizionato poi dalla vicinanza del Dragone alla Russia a dispetto della sua aggressione militare all'Ucraina.
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