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Quando entrerà davvero l’Ucraina nella NATO?

Le porte sono aperte, ma il percorso ancora lungo. Il nodo è la durata del conflitto di cui non si vede la fine.

  • 12 luglio, 08:19
  • 12 luglio, 08:19
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Summit della NATO a Washington

Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky al Summit della NATO a Washington

  • Keystone
Di: Stefano Grazioli

Al vertice di Washington l’ingresso dell’Ucraina nella NATO è stato definito irreversibile e l’ex repubblica sovietica sarà accolta nell’Alleanza non appena sarà possibile, cioè quando avrà soddisfatto le condizioni per diventare membro a tutti gli effetti e vi sarà il consenso unanime da parte degli altri componenti sulla sua entrata. La formula è standard, vale quindi per tutti i paesi aspiranti, ma non dice nulla su quando davvero Kiev potrà fare parte della NATO. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha affermato che l’ingresso è vicino, il prossimo passo sarà l’invito ufficiale e poi la full membership. Se i passi sono quindi definiti, il calendario però non esiste e non può esistere. Il nodo, è ovviamente quello della guerra in corso, senza la cui risoluzione l’ingresso a pieno titolo sarà solo un miraggio.

La Russia da parte sua, che ha iniziato il conflitto anche e proprio per tenere lontano dall’Alleanza l’Ucraina, sostiene che nella futura architettura di sicurezza europea Kiev dovrà ricoprire una posizione neutrale, non allineata militarmente. L’esito del duello in corso, non soltanto di quello tra Russia e Ucraina, ma anche della proxy war, della guerra per procura, che coinvolge evidentemente l’intero schieramento occidentale sotto l’ombrello della NATO, sarà perciò determinante per capire quale sarà il futuro ucraino.

Quanto durerà il conflitto in corso?

Al di là delle prospettive di scuola - nel caso di vittoria russa, Kiev fuori dalla NATO, con successo di Kiev, ingresso immediato - è chiaro che la questione è alquanto complicata e soprattutto la sua definizione necessiterà di molto tempo, probabilmente nell’ordine dei decenni, almeno prendendo in considerazione i casi precedenti. In primo luogo c’è il punto della durata del conflitto in corso, del quale non si vede la fine: al momento la situazione vede in vantaggio la Russia, che continua ad occupare circa un quinto del territorio ucraino, mentre l’Ucraina pare concentrarsi solo sulla difesa. Nella cornice di una guerra di logoramento ancora tutto è possibile, ma in ogni caso l’ipotetica vittoria finale per uno dei due contendenti si farà attendere. In secondo luogo, a combattimenti terminati, ci saranno da ricostruire gli equilibri internazionali, con un nuovo sistema di sicurezza e garanzie per gli attori in gioco, vincitori e vinti. L’Ucraina potrebbe fare il suo ingresso nella NATO se la Russia fosse sconfitta e Mosca dovesse accettare il nuovo ordine dettato dai vincitori. Questo scenario, se può essere considerato possibile, non pare comunque probabile.

Lo scenario georgiano

Più realistico è invece quello che replica in qualche modo quello georgiano. La repubblica ex sovietica del Caucaso, che aspirava a entrare nella NATO già nel primo decennio di questo secolo, si è trovata teatro di una guerra con la Russia che nel 2008 ha di fatto bloccato il percorso di Tbilisi verso l’Alleanza Atlantica. Da allora la Georgia è in lista d’attesa, con poche speranze effettive, dato che i problemi territoriali con le repubbliche indipendentiste di Abcasia e Ossezia del sud, sostenute da Mosca, sono un ostacolo verso l’adesione. In Ucraina il conflitto irrisolto, o comunque congelato, sortirebbe lo stesso effetto. La prima guerra nel Donbass è cominciata nel 2014, ormai dieci anni fa, e l’invasione su larga scala russa iniziata nel 2022 potrebbe durare ancora a lungo, prima di prendere una piega definitiva. La Georgia, dopo la guerra lampo durata cinque giorni nell’agosto di 16 anni fa, ha de facto perduto la sovranità su parte del proprio territorio e non ci sono segnali che possa riconquistarla nel futuro. Nel corso degli anni, anche a causa dei cambiamenti di governo a Tbilisi, l’adesione alla NATO ha perso priorità.

L’Ucraina spaccata

Se la situazione attuale in Ucraina dunque si consolidasse, cioè la guerra venisse congelata, come lo è stata per un decennio, sulla linea del fronte, la situazione sarebbe quella di un paese spaccato, a sovranità limitata, occupato in parte della Russia e in parte dipendente dal sostegno, anche economico, occidentale. In assenza di accordi tra Mosca e Kiev ed intese internazionali è molto improbabile che l’Ucraina entrerebbe a far parte della NATO e il sistema di sicurezza europeo rimarrebbe precario e a rischio costante. Il segnale che gli Stati Uniti e i loro alleati hanno inviato alla Russia dal vertice di Washington è di compattezza, anche se manca una strategia concreta per risolvere alla radice conflitto di fronte alla realtà che Mosca è una potenza nucleare e gli equilibri mondiali sono già da tempo in fase di mutamen

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Telegiornale 11.07.2024, 12:30

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