Il crollo di Tesla

Tesla è in picchiata libera. Nei primi tre mesi dell’anno l’utile dell’azienda si è ridotto di decine di punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2024. Per questo Musk ha annunciato che da maggio lavorerà di meno per Donald Trump per tornare a concentrarsi su Tesla.

Sui social sono tante le foto relative alla rabbia contro Elon Musk che si trasforma in atti di vandalismo. Da quando il miliardario lavora al fianco di Donald Trump ce ne sono stati tantissimi, in tutto il mondo. E basterebbe per spiegare il tracollo di Tesla. Quando non sono le vetrine, sono le auto parcheggiate a essere prese di mira. Tanto che molti proprietari di Tesla si sono muniti di un adesivo con scritto “l’ho comprata prima che Elon diventasse pazzo”.

Le Tesla sono vandalizzate per dire al suo fondatore che quello che sta facendo a Washington a loro non piace. Elon Musk è stato scelto dal presidente con un obiettivo chiaro: ridurre al minimo lo spreco di denaro pubblico. Un compito che è stato preso molto seriamente. In poche settimane il miliardario ha tagliato servizi essenziali e licenziato migliaia di dipendenti pubblici.

Politiche che non porterebbero solo a vandalismi, ma anche, secondo alcuni, a un crollo delle vendite di Tesla. Nei primi 3 mesi del 2025 l’utile dell’azienda è crollato del 71% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.

Comprare una Tesla sembra essere diventata una scelta politica. A prendere quota invece le auto cinesi, molto meno care.

E cosi Elon Musk cerca di correre ai ripari, annunciando che dal mese prossimo ridurrà i suoi impegni alla Casa Bianca per tornare a occuparsi di Tesla. La motivazione ufficiale è che il suo lavoro a Washington è quasi finito, la realtà però potrebbe essere nascosta nei bilanci della sua azienda.