Filosofia e Religioni

Francesco e il clima

No ai negazionismi: siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici

  • 10 ottobre 2023, 11:51
  • 10 ottobre 2023, 12:14
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Vaticano

  • Keystone
Di: red.

Otto anni dopo il «Laudato sì», Bergoglio diffonde un’esortazione apostolica: «Per quanto si cerchi di negarli, nasconderli, dissimularli o relativizzarli, i segni del cambiamento climatico sono lì, sempre più evidenti». La Cop28 di Dubai «può essere un punto di svolta», se porterà a una «decisa accelerazione della transizione energetica, con impegni efficaci che possano essere monitorati in modo permanente»

L’esortazione apostolica Laudate Deum, resa pubblica il 4 ottobre 2023, lancia un appello «alle persone di buona volontà» e alle forze politiche a partire da una certezza: «L’impatto del cambiamento climatico danneggerà sempre più la vita di molte persone e famiglie. Ne sentiremo gli effetti in termini di salute, lavoro, accesso alle risorse, abitazioni, migrazioni forzate e in altri ambiti».

Per Francesco «si tratta di un problema sociale globale che è intimamente legato alla dignità della vita umana». No, allora, alla tendenza a «minimizzare» o negare il problema, considerandolo una questione «solo ambientale, “verde”, romantica» e non invece – quale è – «un problema umano e sociale in senso ampio e a vari livelli». Anche all’interno della Chiesa cattolica circolano «opinioni sprezzanti e irragionevoli», ma l’origine antropica del cambiamento climatico «non può più essere messa in dubbio». Le grandi potenze economiche, invece, si preoccupano solo di «ottenere il massimo profitto al minor costo e nel minor tempo possibili».

L’appello del Papa è senza equivoci: «Siamo appena in tempo per evitare danni ancora più drammatici», l’appello del Papa. «È urgente una visione più ampia», all’insegna della «responsabilità per l’eredità che lasceremo dietro di noi dopo il nostro passaggio in questo mondo».

Nel Laudate Deum, come aveva fatto nella Laudato si’, il Papa stigmatizza il «paradigma tecnocratico». «Corriamo il rischio di rimanere bloccati nella logica di rattoppare, rammendare, legare col filo, mentre sotto sotto va avanti un processo di deterioramento che continuiamo ad alimentare. Supporre che ogni problema futuro possa essere risolto con nuovi interventi tecnici è un pragmatismo fatale, destinato a provocare un effetto-valanga».

Il Punto. Il cambiamento climatico

Alphaville 06.10.2023, 12:30

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