Nell’atmosfera intima del piccolo salotto di velluto e fiori sul palco dell’Auditorio RSI, Dacia Maraini ha condiviso pensieri e ricordi personali della sua straordinaria vita. La scrittrice italiana più conosciuta e tradotta nel mondo, voce importante nell’opinione pubblica, ha trascorso la sua vita fra scrittura e impegno sociale senza mai risparmiarsi nel prendere posizione e dar voce ai più deboli.
Partendo dal suo ultimo memoir Vita mia, dedicato agli anni dell’infanzia vissuti nei campi di internamento in Giappone durante la Seconda Guerra Mondiale, la scrittrice ha evocato i momenti difficili di fame, stenti e paura. Ha confessato di aver incontrato molte difficoltà nell’affrontare questo argomento doloroso ma la scrittura ha sempre prevalso. Un talento famigliare forse, la bisnonna era una scrittrice di libri per bambini, la nonna, inglese, scriveva di viaggi, il padre ha sempre scritto, in una famiglia in cui tutti leggevano e anche quando non c’era da mangiare i libri non mancavano mai. “Oggi in casa ne ho ormai diecimila, tra poco non ci sarà più posto! “.
Riflessioni e immagini che si rincorrono fra i grandi nomi che hanno fatto la cultura del Novecento, fino ai meravigliosi viaggi in Africa in compagnia dell’amato compagno Alberto Moravia e dell’amico intimo Pier Paolo Pasolini, a cui si era aggiunta Maria Callas, “Un drago sul palcoscenico ma tutt’altro che diva nel privato bensì amabile amica e compagna di bellissime avventure anche divertenti nel deserto africano”. E poi i genitori, il padre antropologo Fosco e la mamma pittrice siciliana Topazia Alliata detta Top, che assieme al nonno materno le hanno trasmesso l’amore, il rispetto e la compassione anche per gli altri esseri viventi. “Ho sempre avuto un rapporto affettuoso con gli animali. In loro riconosco i nostri stessi sentimenti. Le comunicazioni fra mondo umano e mondo animale a volte possono superare le barriere e completarsi in una serena comprensione. C’è stato un giorno in cui ho visto uccidere una pecora, e da allora non ho più voluto mangiare carne. Ho pensato a tutto il dolore che infliggiamo alle bestie e mi si è stretto il cuore”.
Ha poi parlato dell’importanza di pensare un sistema di valori condivisi, di creare nuovi tabù che comprendano la guerra, delle lotte per le donne e per i diritti ancora lontani, dell’importanza dell’armonia, e della gentilezza come posizione etica di rispetto. Ha ricordato i primi passi nella scrittura, intervistando le grandi figure del Novecento, Giorgio de Chirico, Eugenio Montale, Claudio Abbado, Rossellini, Ronconi, Ortese, di cui ha offerto un ritratto profondo nelle pagine di E tu chi eri? cogliendo le loro testimonianze per tessere il mosaico della sua ricchissima carriera. “Non avete una foto del pubblico?” Ha chiesto al termine dell’incontro. “Mi piacerebbe averla. Era un pubblico bellissimo, davvero attento e partecipe, e quel lungo applauso finale con cui mi ha salutata, mi ha davvero commosso”.
Dacia Maraini ospite a Gli Incontri di Rete Uno
RSI Cultura 22.04.2024, 18:34