Musica rock

Ecca Vandal fra punk e rap

L’eclettica australiana è tornata con un nuovo singolo. Domani suonerà a Zurigo

  • 27 marzo, 11:01
  • 27 marzo, 19:23
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Imago/Avalon.red

Di: Andrea Rigazzi 

Ma chi l’ha detto che alle giovani generazioni la musica rock, quella suonata, non interessa più? O meglio ancora: davvero per “bucare” il rock non serve più, essendo relegato a relitto di un pur glorioso passato?

Le domande si (ri)propongono mentre scorrono le canzoni di Ecca Vandal, origini dello Sri Lanka, natali sudafricani, paese di provenienza l’Australia. E anche se non è data sapere la sua età, risulta abbastanza chiaro come appartenga alle schiere più verdi dell’attuale panorama musicale.

A dire il vero è in giro già da un pezzo, le prime cose risalgono a più di dieci anni fa, però proprio a inizio mese è tornata a ruggire con un singolo, Cruising to Self Soothe.

Chitarroni possenti e una sezione ritmica che arremba con brio, corde vocali tirate al limite fin dal secondo 1, da quell’urlo che “Ehi! Sveglia!” Sì, è tutto suonato ma attenzione: l’approccio è rock nello spirito, non per forza nella forma.

Farsi un giro nel repertorio di Ecca Vandal riserva sorprese. Si passa da questi pezzi in cui i Novanta rock sono potenti in lei ad altri più marcatamente hip hop, ad altri ancora con inserti elettronici. Come se i Pixies avessero buttato dentro i loro dischi un pezzo in stile Run DMC o i Fugazi uno à la De La Soul. Giusto per rendere l’idea con qualche svolazzo dell’immaginazione. Che poi è anche vero che rap e rock non sono mai state entità del tutto separate. Per chiudere questo discorso, ché altrimenti finiremmo fuori strada, teniamo presente che, nell’altro campo, i Beastie Boys inserivano volentieri pezzi rock nei loro album rap.

Il talento versatile di Ecca Vandal si è sviluppato lungo un percorso costruito ascolto dopo ascolto: «Sono cresciuta ascoltando molta musica gospel, e questo mi ha introdotta alla musica soul». Passa poi ai dischi della sorella: oltre al soul, hip hop e r’n’b dei Novanta. Fino a sviluppare un’ossessione per la musica jazz, tanto da decidere di iscriversi alla scuola d’arte per studiarla. È lì che un compagno di classe le fa conoscere i Mr. Bungle, la formazione di rock sperimentale capitanata da Mike Patton – un altro che in quanto a eclettismo non scherza. Per lei, che fin lì il punk lo aveva incrociato senza ritenere facesse al caso suo, si tratta di una svolta. Anzi, di una nuova ossessione. «Venendo dall’improvvisazione jazz, potevo cogliere il trasporto e la spericolatezza che accompagnavano il punk rock. Essere in grado di esprimersi in quel modo era qualcosa in cui mi identificavo davvero».

Il suo primo e fin qui unico album, che porta il suo nome, risale a otto anni fa. In perfetto ossequio al DIY del punk (che poi non è altro che il nostro fai-da-te in versione anglofona) se l’è registrato quasi interamente nel salotto di casa sua, infilandosi sotto il piumone per incidere le parti più urlate.

Nel passaggio da uno stile all’altro, ciò che i pezzi hanno in comune è la coerenza di fondo: non suonano come costruiti per acchiappare questa o quella fascia di pubblico ma, piuttosto, come il girovagare fra generi di uno spirito artistico libero. «Ciò che voglio è far conoscere un po’ di più chi sono» traduce così la natura composita del suo repertorio, che mantiene viva grazie a una dieta musicale variata. «Ogni giorno passo dall’ascoltare Miles Davis a Rihanna, Bloc Party, Refused» spiegava ai tempi dell’esordio sulla lunga distanza. Quindi: jazz, pop-r’n’b, indie rock e hardcore punk. «È così che consumo la musica, quindi credo sia stato naturale per me mettere tutti quei suoni che amo nel disco».

Con l’urlo che apre il suo nuovo singolo sembra voler dare un nuovo scossone alla musica perché «oggi ci troviamo in una situazione molto strana, con lo streaming e gli algoritmi, e penso che il punk sia davvero importante in questo momento perché sono strumenti collegati ad amplificatori veri, è davvero grezzo. Voglio vederlo ancora in prima linea, in special modo grazie alle donne». Nel frattempo, è arrivata anche l’intelligenza artificiale. L’impatto sonoro per causare una crepa nelle fredde logiche del virtuale: più che di missione, sa di ricerca di senso.

Per chi volesse saggiare le qualità di Ecca Vandal dal vivo, e ne avesse la possibilità, l’occasione è offerta dal concerto che terrà all’Hallenstadion di Zurigo domani sera, quando suonerà di spalla ai Limpbizkit.

04:39

Radio Monnezza (Rete Tre) - Ecca Vandal, rock battagliero

RSI Cultura 24.03.2025, 20:15

  • Radio Monnezza, Rete Tre

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