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La storia del K-Pop (4/10)

E poi arriva il K-pop - Quarta puntata

  • 22 ottobre 2023, 14:00
  • 20 novembre 2023, 08:59

La storia del K-Pop (4/10)

RSI Cultura 10.08.2023, 13:31

Di: Mrs Yoon e Mr Kim 

Allora, il K-pop nasce nel 1992, quando esce l’album Seo Tai Ji and Boys. Ha un effetto devastante sui generi musicali che per decenni sono quelli più ascoltati: la musica tradizionale, il trot, e le ballate strizzacuore ad alto tenore di zucchero. Il pubblico a sud del 38mo parallelo è pronto per quella che verrà chiamata la Kwave, l’onda coreana.

La prima vera popstar a conquistare il resto dell’Asia e i mercati fondamentali di Giappone e Cina è Boa, che debutta a 13 anni e apre la strada verso le top ten internazionali a tutti quelli che verranno dopo. Boa è brava a cantare, a ballare, è carina e ciccina e piace tantissimo a tutti, dalle nonne ai ragazzini delle medie, da Soul a Tokyo a Shanghai a Taipei. Il suo “Nr.1” anche se ormai suona un pochettino datato - è un vero e proprio classico del K-pop.

Boa è la numero uno ma non è la sola megastar dei primi anni del 2000. Ci sono anche Rain, e Seven, che provocano isteria di massa un po’ ovunque in Oriente con quella che diventerà la ricetta per il successo tipica del K-pop: ragazzi e ragazze bellocci ma non troppo, bravi a cantare ma anche a ballare ma anche a recitare, sexy ma non troppo, insomma: di tutto un po’ per piacere un po’ a tutti. I brani sono ancora quasi tutti in coreano, ma i ritornelli cominciano a essere cantati in inglese. Sono i tra i primi “diplomati” di quello che diventerà il celebre training system degli aspiranti artisti delle 3 grandi case discografiche coreane: la SM, la JYP e la YG. Ricordatevi queste sigle: sono la colonna vertebrale del K-pop come industria musicale. Ma questa storia ce la raccontiamo la prossima volta.

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