La milpa è un metodo agricolo tradizionale utilizzato dalle popolazioni mesoamericane e indigene del Nord America. Questo sistema comprende tecniche che, tornate popolari anche ai giorni nostri, permettono di ridurre lo stress sul terreno e di favorire un ciclo di coltivazione più naturale.
Il termine “milpa”, nella lingua della popolazione azteca, significa “ciò che è seminato nel campo”.
Anche chiamata “Tre Sorelle”, la milpa implica la coltivazione simultanea di mais, fagioli rampicanti e zucca, ed esiste da almeno 3500 anni. Il mais, considerato la “sorella maggiore” perché prima pianta ad emergere, con i suoi steli fornisce supporto ai fagioli rampicanti, che fissano l’azoto fornendo nutrimento necessario alle piante per crescere. La “sorella minore”, la zucca, è quella che cresce per ultima. Con le sue grandi foglie mantiene ombra e quindi anche l’umidità del suolo.
Mais, fagioli e zucca: le “Tre sorelle” inseparabili
La progettista in permacultura Stephanie Rauer, fondatrice dell’Associazione Permacultura Svizzera italiana (PermaSi), utilizza il metodo della milpa sia a livello privato sia durante i suoi corsi di formazione, che includono anche attività per bambini. «La milpa è un concetto di agricoltura che non mira al profitto. Di solito viene utilizzata in orti privati o comunitari, poiché richiede un impegno di lavoro significativo», spiega Rauer. Tuttavia, sottolinea come questo metodo sia particolarmente adatto ai suoi corsi per bambini: la storia e la leggenda delle “tre sorelle” risultano affascinanti e ne facilitano la comprensione.
La leggenda delle “Tre sorelle”
La leggenda racconta di tre sorelle che vivevano insieme in un campo. La più giovane, la zucca, era sempre avvolta in un morbido manto verde. La seconda, i fagioli, indossava un vivace abito giallo che risplendeva al sole. La maggiore, il mais, si ergeva alta e fiera, proteggendo le altre due con la sua presenza imponente. I suoi abiti erano di un delicato verde pallido, mentre i suoi lunghi capelli dorati ondeggiavano dolcemente al vento.
Un giorno, nel loro campo arrivò un ragazzo. Le tre sorelle lo osservavano con ammirazione e curiosità, affascinate dalla sua sicurezza e dalla sua capacità di muoversi nella natura. Col passare dei mesi, però, le due sorelle minori scomparvero una dopo l’altra, lasciando la maggiore sola e sempre più debole. Sentendo il suo pianto disperato, il ragazzo decise di portarla a casa sua. Con sua grande sorpresa, il mais trovò dal ragazzo le altre sorelle. che si erano lasciate guidare dalla curiosità e lo avevano seguito fino a quel luogo. Da quel giorno, le tre sorelle rimasero inseparabili, unite in un legame indissolubile. Aiutandosi a vicenda, continuarono a crescere forti e rigogliose, e da allora mantennero sempre nutrito e in salute il ragazzo che le aveva accolte.
L’adattabilità della milpa al nostro territorio
Mais, fagioli e zucca sono ingredienti che fanno parte della nostra cultura e storia. Quindi, anche se la milpa è nata in luoghi con condizioni climatiche estremamente diverse dalle nostre, si può pensare di applicarla anche da noi, adattandola alle varietà e clima locali.
«Tradizionalmente si spargono le semenze di tutte e tre le varietà allo stesso momento - racconta Stephanie Rauer - io ci ho provato ma il risultato è che i fagioli crescono più in fretta, limitando la crescita del mais. Per questo, è meglio attuare una coltivazione sfalsata, in cui si semina prima il mais e dopo due o tre settimane anche i fagioli. Per ultima, invece, si semina la zucca».
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Si può anche prendere spunto da questo metodo applicando il principio di consociazione e includendo una leguminosa nelle tre varietà. È quello che ha fatto Pierluigi Zanchi, personalità attiva nel settore agroalimentare e fondatore di Tigusto SA, che ha condotto una sperimentazione di otto anni a Locarno per rigenerare un pezzo di terra completamente abbandonato, cercando di intervenire sul terreno il meno possibile e ottenendo risultati estremamente positivi. «Durante la sperimentazione, abbiamo piantato anche mais, zucchine e fagiolini in modo ravvicinato. Queste tre coltivazioni hanno permesso sia l’equilibrio del terreno sia quello nel piatto finale», ricorda Zanchi. Si può infatti pensare di adattare il metodo adeguandolo alle nostre varietà più comuni: «Nel nostro caso le zucche hanno sostituito le zucchine, e i fagiolini li abbiamo usati al posto dei fagioli rampicanti. Il cereale, invece, è rimasto il mais, ma abbiamo provato anche con segale e farro», prosegue Zanchi.
Quindi, anche se non si riproduce esattamente il metodo milpa, adottare i suoi principi può essere una bella occasione per promuovere la biodiversità e ridurre gli interventi esterni. Può anche essere uno stimolo creativo - combinare diverse varietà di vegetali insieme, scegliendo quelli che più si adattano al nostro territorio – e un modo di far approcciare l’agricoltura ai bambini che la scoprono per la prima volta.
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I vantaggi della milpa: biodiversità, sicurezza alimentare e identità
La milpa si è dimostrata un sistema agricolo resiliente: grazie alla coltivazione di più varietà, favorisce la biodiversità e attira i microorganismi necessari per contrastare le malattie, riducendo così l’utilizzo di agenti chimici.
Per secoli, la milpa ha garantito la sicurezza alimentare alle comunità che la praticavano. Le varietà coltivate rappresentano gli elementi essenziali per una dieta equilibrata e completa: i fagioli apportano proteine, il mais fornisce carboidrati e la zucca contribuisce con vitamine, fibre e minerali.
Questi tre ingredienti occupano inoltre un ruolo centrale nella tradizione culinaria mesoamericana. Un esempio è rappresentato dalle tostadas, tortillas di mais croccanti prodotte con mais nativo, che nascono proprio dalla cultura legata alla milpa.
Un aspetto invece criticato di questa tecnica è quello del “taglia-brucia”, ovvero incendiare la fine del raccolto per fertilizzare e disinfestare il terreno. Questo metodo, a lungo termine, impoverisce il suolo e provoca danni ambientali.
Ciò che la milpa rappresenta per le popolazioni in cui ha avuto origine va ben oltre un semplice sistema agricolo. Essa possiede una profonda valenza culturale e simbolica, incarnando la relazione tra natura, umanità e spiritualità. La pratica di rigenerare la terra, per esempio, riflette un rinnovamento ciclico che collega il presente al passato, celebrando un legame eterno con la tradizione.
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