Curiosità e trend

Il mondo culinario di Tim Burton

Da “Edward mani di forbice” a “La sposa cadavere”, passando per “La fabbrica di cioccolato”, il maestro del surreale trasforma la tavola in palcoscenico, come racconta l’autrice Francesca Rosso

  • Ieri, 11:30
Edward mani di forbice, tim burton, cibo, barbecue

COLLECTION CHRISTOPHEL 20th Century Fox EDWARD AUX MAINS D ARGENT EDWARD SCISSORHANDS de Tim Burton 1990 USA avec Johnny Depp barbecue

  • IMAGO/Prod. DB
Di: Alice Tognacci e Monica Bonetti 

Nel cinema di Tim Burton, il cibo non è mai un semplice accessorio. Ogni piatto, ogni banchetto, ogni ingrediente è carico di significati che vanno oltre il semplice nutrimento, diventando simboli potenti e ricorrenti del suo immaginario gotico e surreale. Francesca Rosso, autrice del saggio divulgativo Zuppe, zucche e pan di zenzero, la cucina mostruosa di Tim Burton, ha saputo cogliere questa dimensione analizzando come la tavola si trasformi in un vero e proprio palcoscenico nel cinema burtoniano. Il libro di Rosso esplora una chiave di lettura inedita del regista, unendo riflessioni cinematografiche, ricette e illustrazioni dal tratto squisitamente bartoniano.

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“Zuppe, zucche e pan di zenzero”

Charlot - Monica Bonetti 15.12.2024, 14:35

  • Imago Images
Il cibo ci trasforma e ci definisce più profondamente di un abito o di un accessorio.

Come spiega Rosso, l’intuizione del libro parte da una premessa semplice ma pregnante: «Siamo quello che mangiamo, come diceva Feuerbach e da questo concetto mi sono chiesta se si potesse raccontare il cinema di Tim Burton partendo dal cibo. Ho quindi cominciato a guardare film osservando che cosa mangiavano i personaggi perché da Edward mani di forbice a La sposa cadavere, tutti mangiano!». Il cibo, infatti, è una presenza costante nelle opere dell’alchimista dell’immaginario: ogni personaggio e ogni storia trovano nella cucina un veicolo per comunicare emozioni, valori e significati nascosti.

La cucina come simbolo

Nel saggio, Rosso esplora diversi livelli di significato del cibo nell’opera di Burton. Ad esempio, il cibo della festa – come la mela laccata presente in molte celebrazioni americane – diventa simbolo di gioia e tradizione, mentre la zuppa è associata al mistero, all’inganno e alla rivelazione. «La zuppa è un luogo di ambiguità, dove gli ingredienti si mescolano e si nascondono», spiega Rosso. Nei film di Burton, questo piatto è spesso metafora di svolte narrative, momenti in cui il plot si svela o si complica.

Illustrazione zuppa.png

"È pronta la zuppa?", illustrazione di Leonardo Malaguti dal libro "Zuppe, zucche e pan di zenzero" di Francesca Rosso, Edizioni Il leone verde.

  • Photo courtesy Edizioni Il leone verde, illustrazione di Leonardo Malaguti

Anche il junk food, tanto presente nella cultura americana, assume un ruolo simbolico. Dal donut di Mars Attacks! – che inaspettatamente salva il mondo – agli hot dog e patatine fritte che evocano la periferia americana in cui lo stesso Burton è cresciuto, il cibo spazzatura si trasforma in un ponte tra il personale e il politico: «Il junk food rappresenta il nutrimento rapido, industrializzato, ma solleva interrogativi su quanto realmente ci nutra, sia nel corpo che nella mente», aggiunge Rosso. Questo duplice livello – critico e ironico – è centrale nella poetica del regista.

C’è poi il cibo classico della famiglia che si riunisce, tendenzialmente un piatto di carne come il pollo da tagliare in più parti, oppure il barbecue, che incarnano il momento di convivialità per eccellenza. Come racconta Francesca: «Addirittura, Edward mani di forbice viene accettato dalla famiglia nel momento in cui la diversità - ha delle cesoie al posto delle mani - diventa una soluzione: lui infilza la carne per cuocere agevolmente la carne sulla griglia; è da quel momento che viene accettato dalla famiglia, dalle amiche, della mamma che lo ospita e quindi è un momento di affermazione, coesione e di condivisione sociale».

Pensiamo ai pasticci di carne di “Sweeney Todd” simbolo di una società che cannibalizza se stessa, una società che mangia pasticci di carne non sapendo essere a base di carne umana. Dunque, la riflessione che celano è sicuramente da cercare più in profondità.
Illustrazione Tim Burton, Francesca Rosso, cibo

"Gli orrori della carne", illustrazione di Leonardo Malaguti dal libro "Zuppe, zucche e pan di zenzero" di Francesca Rosso, Edizioni Il leone verde.

  • Photo courtesy Edizioni Il leone verde, illustrazione di Leonardo Malaguti.

Macchine e cucina: un binomio burtoniano

Un altro aspetto ricorrente analizzato nel libro è la relazione tra cibo e macchine. Dalla fabbrica di dolci in La fabbrica di cioccolato alle invenzioni di Edward mani di forbice, le macchine non sono semplici strumenti, ma personaggi a tutti gli effetti, spesso ambivalenti. Da una parte, incarnano l’ingegnosità umana e il senso di meraviglia; dall’altra, rappresentano il rischio della disumanizzazione e dell’oppressione industriale. In Burton, la macchina può essere salvifica o distruttiva, proprio come il cibo.

Il junk food rappresenta il nutrimento rapido, industrializzato, ma solleva interrogativi su quanto realmente ci nutra, sia nel corpo che nella mente
Donut, tim burton, illustrazioni, francesca rosso

"Il mondo salvato da una ciambella", illustrazione di Leonardo Malaguti dal libro "Zuppe, zucche e pan di zenzero" di Francesca Rosso, Edizioni Il leone verde.

  • Photo courtesy Edizioni Il leone verde, illustrazione di Leonardo Malaguti.

Per gli appassionati, una mostra dedicata la regista del gotico fiabesco

Si chiama Tim Burton’s Labirinth la mostra dedicata al regista di maggior successo commerciale della storia del cinema e avrà luogo fino al 9 marzo 2025 alla Fabbrica del Vapore di Milano. Della mostra - realizzata in collaborazione con lo stesso Burton, che ha già viaggiato da Madrid a Parigi, toccando Bruxelles, Barcellona e Berlino - ne ha parlato Monica Bonetti per Charlot di Rete Due.

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Nel Labirinto di Tim

Charlot 15.12.2024, 14:35

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