Curiosità e trend

Mangia prega ama: cibo e libertà

Con Giulia Ceirano, autrice ed esperta, analizziamo uno dei film più conosciuti del cinema gastronomico

  • 17 novembre, 09:00
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  • © Imago Entertainment Pictures 2010
Di: Alice Tognacci e Giulia Ceirano 

Sono numerosi i film che celebrano l’enogastronomia: in alcuni è il vero protagonista, in altri è un pretesto per raccontare altro, in cui il cibo appare come simbolo di emozioni profonde. Il cibo, infatti, è un linguaggio potente, capace di raccontare non solo chi siamo ma anche come viviamo, come sentiamo.
Tutti i sabati sera, fino al 23 novembre, LA 1 si siede a tavola e propone film che hanno come elemento in comune la cucina. Oggi è il turno di “Mangia prega ama” (da oggi disponibile su Play RSI per i prossimi 7 giorni) e noi, insieme a Giulia Ceirano - autrice di libri come “La letteratura in cucina” e “Il cinema in cucina” - ne scopriamo curiosità e dietro le quinte.

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Sabato in cucina

RSI Food 23.10.2024, 15:59

Mangia prega ama: la trama

Julia Roberts è la protagonista della terza proposta di LA 1 per il ciclo “Sabato in cucina”. Il film, basato sul libro autobiografico di Elizabeth Gilbert “Mangia, prega, ama - Una donna cerca la felicità”, è una elegante commedia che segue le vicissitudini sentimentali ed esistenziali di Elizabeth tra Italia, India e Indonesia. In seguito al suo divorzio, infatti, la scrittrice di New York Liz Gilbert decide di partire alla ricerca di sé stessa. Sarà un viaggio scandito dalla convivialità e dall’energia che il cibo porta con sé, facendo emergere il legame indissolubile che lega l’umanità alla convivialità e alle culture gastronomiche. 

Con Julia Roberts, James Franco, Javier Bardem.
Regia di Ryan Murphy.

Prendere parte a questo film mi ha insegnato ad assaporare ogni singolo momento della vita.

Ryan Murphy, regista e sceneggiatore di “Mangia prega ama”

Mangia prega ama - 02
  • © 2010 Sony Pictures Entertainment

Cibo: libertà e riscoperta del sapore della vita

Il film come il romanzo - divenuto un bestseller internazionale - è la cronaca della rinascita della protagonista, scandita da momenti su e giù per il mondo per riscoprire i piaceri del cibo, della spiritualità e dell’amore. I viaggi sono tre, come le esperienze portanti che la scrittrice vive in ogni paese che tocca: l’Italia per la convivialità e la semplicità della tavola del Bel Paese, allo stesso tempo complessa e luogo di legami forti, cruciali; l’India per la preghiera e lo spirito; l’Indonesia per l’amore. Insomma, in ogni parte del mondo toccata dalla protagonista c’è un pezzo di lei, magari prima sconosciuto, che la riporta a vivere appieno la vita e il cibo, che l’accompagna costantemente, è la palese metafora della riscoperta dell’appetito per la vita.

Come spiega Giulia Ceirano, autrice dei libri “La letteratura in cucina” e “Il cinema in cucina”: «Il piano della pancia, nel film, è anche un piano più simbolico, quello del sentire in profondità. Seguendo la storia di Liz, infatti, impariamo a dare nomi a emozioni, paure, smarrimenti e scoperte. Impariamo le parole giuste per dire come ci sentiamo».

Il cibo, per la protagonista, non è solo un mezzo per scoprire e scoprirsi, anche un gesto di puro piacere, uno stato d’animo, l’essere senza filtri, in totale libertà. Libertà di essere sé stessi. Il gesto della tavola o l’atto del nutrirsi in Mangia prega ama è lo strumento della protagonista per liberarsi da quei ruoli che spesso ci cuciamo addosso, quelli che ci consento di rimanere in una zona di comfort e che spesso sopprimono parti del nostro essere, facendoci sentire come imbrigliati, vivendo a metà delle nostre potenzialità. Un viaggio interiore, quello di Mangia prega ama. Lo stesso Murphy, regista del film, riferendosi alla storia afferma: «L’idea mi affascina molto, è personale, perché spesso si è rigidi con le proprie scelte, ripetiamo sempre le stesse azioni. Prendere parte a questo film mi ha insegnato ad assaporare ogni singolo momento della vita».

Ognuno di noi affronta un percorso, un momento nella vita nel quale c’è l’esigenza di ridefinire ogni cosa e capire cosa si cerca. Il cammino di Liz è particolare, è visivo, una storia che ha un suo fascino, una storia universale e familiare.

Julia Roberts

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  • © Imago Entertainment Pictures 2010

La scena cult

È sempre Giulia a raccontarci una scena che secondo lei racchiude in modo più concreto il concetto della scoperta del sé: «Una scena che credo riassuma bene il senso del viaggio di Mangia, prega, ama arriva durante un pranzo a Roma, quando un’amica di Liz le dice: ‘Forse sei una donna in cerca della sua parola’. Ecco, la ricerca di quella parola, quella giusta per definire sé stessa, è il perché dell’intero viaggio della protagonista, fatto di incontri su e giù per il mondo e di cinque sensi usati in tutta la loro potenza. Alla fine, Liz, la sua parola la trova. Ma questo lo lasciamo al film».

Curiosità e dietro le quinte di Mangia prega ama

Per attenersi il più possibile alla realtà, i luoghi in cui sono state girate le scene del film sono realmente quelli vissuti dalla protagonista autrice del libro.

Era il 2006 quando il romanzo autobiografico di Elizabeth Gilbert uscì nelle librerie. Pare che Julia Roberts lo lesse immediatamente e ne rimase molto colpita.

Il romanzo fu tradotto in tutto il mondo e solo negli USA vendette quasi 7 milioni di copie.

Durante la fase di pre-produzione del film, Julia Roberts e “la vera Liz” si sono incontrate di persona. 

Il regista Ryan Murphy è lo stesso della serie Nip/Tuck.

Mangia prega ama è un film che ha una sua corposità: dura oltre due ore ed è fatto di gesti, di volti, di odori che sembrano superare lo schermo e di cibo, cibo e ancora cibo.

Giulia Ceirano

Le ricette cult del film

Come ogni pellicola che si rispetti a sfondo gastronomico, non mancano innumerevoli piatti e ricette che accompagnano trama e scene del film. In Mangia prega ama, menzione speciale la riconosciamo ai romanissimi carciofi alla giudia. Questo è il primo piatto servito a Liz e ai suoi amici durante uno dei loro tanti pranzi di gruppo in città. I carciofi alla giudia sono un piatto all’apparenza semplice - fondamentale una frittura di carciofi - eppure sono il frutto dell’unione di viaggi, culture e tradizioni diverse e lontane.

La ricetta, infatti, ha origini ebraiche, e sembra essere nata proprio nel ghetto ebraico della capitale. Un piatto che si fa simbolo dell’essenza della cucina ebraica. Le ricette di questa cucina, infatti, si fondano sugli ingredienti consentiti dalla religione, adattandosi però ai posti in cui gli ebrei si sono stabiliti durante le loro lunghe diaspore. Moni Ovadia, noto regista, attore, scrittore e musicista, ce ne ha parlato in questo servizio di Alice Tognacci per Piattoforte, RSI.

Perché guardare Mangia prega ama?

All’esperta e autrice Giulia Ceirano abbiamo chiesto perché consiglierebbe la visione del film: «Intanto, il primo ottimo motivo per vedere Mangia, prega, ama è quello di saperne parlare. Ciclicamente, nelle conversazioni da tavola, il dibattito sul film torna e poterne far parte può giovare alla convivialità. E poi, questo film ha la capacità di concederci un punto di vista privilegiato sul nostro sguardo stereotipato. Attraverso il viaggio di Liz possiamo possiamo mettere in discussione il nostro sguardo sull’altro: sull’India, su Bali, sugli Stati Uniti, sull’Italia e la sua cucina. Infine, a essere messo in discussione è soprattutto il nostro stesso sguardo su noi stessi, sguardo che spesso è severo, poco indulgente e raramente coraggioso. In questo senso, Mangia, prega, ama sa essere la ricetta necessaria per insegnarci ad ascoltare la nostra pancia, sia quando si parla di cibo che quando si parla di emotività». 

Mangia prega ama - 01
  • © 2010 Sony Pictures Entertainment
Mangia, prega, ama sa essere la ricetta necessaria per insegnarci ad ascoltare la nostra pancia, sia quando si parla di cibo che quando si parla di emotività.

Giulia Ceirano

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Mangia prega ama

Film 16.11.2024, 20:40

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