Ritratti e storie

Buon compleanno, gourmet, a Gioachino Rossini

Il 29 febbraio 1792 nasceva il genio della musica che ha lasciato un segno anche nella storia della gastronomia

  • 29.02.2024, 07:30
Gioachino Rossini

Gioachino Rossini

  • Wikipedia
Di: A.T/RSI Food 

Gioachino Rossini, all’anagrafe Giovacchino Antonio Rossini, nasceva a Pesaro il 29 febbraio 1792 ed è stata una delle figure intellettuali più significative dell’Ottocento italiano.

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Ritratto di Gioachino Rossini (1./5)

Caffè Zimmermann 15.01.2024, 15:35

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  • Paolo Fabbri

La fama di Rossini gourmet è da sempre esistita, tanto che nei menù - storici e non - le tracce sono tangibili anche ai giorni nostri: chi non conosce i famosi Tournedos alla Rossini?
Una passione, quella di Rossini, dietro cui non c’erano solo i piaceri della gola ma un vero e proprio stile di vita per cui gastronomia e convivialità erano considerate esperienze intellettuali ed estetiche. Pensiamo all’atmosfera culturale che Rossini respirava, a partire dai cafè, luoghi di leccornie ma soprattutto di dibattito, dove artisti, musicisti e librettisti si ritrovavano assieme a direttori di teatri ed impresari.

Amico di Rossini era anche Marie Antoine Carême, primo cuoco francese a definire l’alta cucina codificando la cucina francese di corte e trasformandola in borghese, facendola diventare, dunque, parte del tessuto sociale, culturale e identitario ed elevando il mestiere di cuoco.

Ho pianto tre volte nella mia vita: quando mi fischiarono la prima opera, quando sentii suonare Paganini e quando mi cadde in acqua, durante una gita in barca, un tacchino farcito ai tartufi

Ecco perché, non solo al tempo ma anche in epoche recenti, molti hanno coniato la dicitura “alla Rossini” - spesso impropriamente - come simbolo di eccellenza o rimando a preparazioni del tutto gourmet e “signoresche”, dall’amico e contemporaneo Carême, dunque, ai cuochi dei giorni nostri che, attualizzando ricette, ripropongono anche i famosi tournedos in versione, per esempio, vegetariana.

Tra le figure storiche musicali, si può dire che Rossini sia stato il più grande esperto di enogastronomia, nonché gastronomo dell’epoca: un uomo in grado di cogliere, nella società del suo tempo, gli umori, portarli in musica e nella vita di tutti i giorni, carpendo l’importanza che la tavola ricopriva nel tessuto sociale, tra la voglia di innovazione e l’attaccamento alla tradizione.

Rossini: amante della buona cucina, abile cuoco e colto gastronomo

Rossini non era soltanto un appassionato assaggiatore, bensì anche abilissimo cuoco e grande esperto in quanto affascinato da tutto il mondo che ruotava attorno alla tavola, partendo dalle materie prime, con la loro provenienza, gusto e tipicità.

Sono tanti i testi che lo riconoscono grande creatore in ambito culinario, oltre che musicale. Una delle sue attività preferite, infatti, era quella di modificare a suo piacimento ricette già note, aggiungendo qualche nuovo elemento da lui “scoperto”, dando vita così a piatti da lui interpretati, facendoli diventare una sorta di “variazione sul tema” firmata Rossini.

Quel che vi interesserà assai più della mia opera, è la scoperta che ho testé di una nuova insalata, della quale mi affretto a mandarvi la ricetta: prendete dell’olio di Provenza, mostarda inglese, aceto di Francia, un po’ di limone, pepe, sale, battete e mescolate il tutto; poi aggiungete qualche tartufo tagliato a fette sottili. I tartufi danno a questo condimento una sorta di aureola, fatta apposta per mandare in estasi un ghiottone. Il cardinale segretario di Stato, che ho conosciuto in questi ultimi giorni, mi ha impartito, per questa scoperta, la sua apostolica benedizione.

Tra i cavalli di battaglia del compositore possiamo sicuramente ricordare iMaccheroni alla Rossiniuna pasta al forno ripiena che il maestro preparava con ritualità solenne al pari di una cerimonia.

La sua vera passione erano poi i prodotti genuini e caserecci della provincia italiana, che hanno accompagnato la sua infanzia in Italia, abbandonata definitivamente nel 1855, ma mai dimenticata, almeno per il cibo.

I due stracchini ricevuti... mi procurano la dolce reminiscenza della augusta madre sua che fu la prima a farmi gustare i nobili prodotti di Gorgonzola. Oh tempi felici! Oh gioventù!

Rossini era anche esperto di vino, conosceva i problemi relativi al mondo della vinificazione ed era estremamente consapevole di come conservare il prezioso nettare, quando berlo e come degustarlo. Lo testimoniano lettere che inviava ad amici e famigliari con spiegazioni meticolose: «Lascerete riposare otto giorni il vino, poscia lo metterete in bottiglie, e che vi sia quasi due dita di distanza tra il turaccio e il vino, essendo questa aria necessaria… le 4 botti le metterete nella miglior cantina, e la meno umida, e lascerete otto, o dieci giorni in riposo il vino prima di fare l’operazione dietro indicata per metterlo in bottiglie; farete pure attenzione nel metterlo in bottiglie, che al finir della botte vi sono sempre due o tre bottiglie di vino più torbido, queste bisogna prima di metterle definitivamente in bottiglie farle passare per un lambicco di carta senza colla, e così compire l’opera… Vedete, caro Vivazza, che per bere qualche bottiglia di buon vino bisogna spender molti danari, e darsi infinite pene, ed aspettar almeno sei mesi affinché il vino si formi nelle bottiglie… Soltanto mi son scordato di dirvi che i turaccioli di sugaro prima di metterli nelle bottiglie hanno bisogno di essere bagnati con dell’acquavita, e questo per due motivi, il primo è quello di inumidire il turacciolo affinché chiuda la bottiglia, il secondo è quello di evitare che il turacciolo secco non dia un cattivo gusto al vino, ciò che succede qualche volta allorché la qualità di questi non è buona».

Sto cercando motivi musicali, ma non mi vengono in mente che pasticci, tartufi e cose simili

La cucina all’epoca di Rossini e la nostra raccolta di ricette

Nel XIX secolo, all’epoca di Rossini, la cucina era diversa da quella odierna. I pasti erano autentici banchetti durante i quali veniva servita in media una dozzina di portate: carni, frattaglie cucinate con molte materie grasse, salse e spezie spesso usate per mascherare la dubbia freschezza degli alimenti (la refrigerazione non esisteva ancora).
Nelle ricette, le verdure sono rare e sovente subiscono lunghi trattamenti che tolgono loro il sapore.
È una cucina ricca, poco digeribile, con molte salse e grassi e sempre abbondantemente annaffiata: Rossini non poteva concepire un pasto che non fosse accompagnato da sei grandi vini differenti.

Ricette forse “difficili”, dunque, ma estremamente interessanti perché rappresentano il riflesso di un’epoca e fanno parte della storia della gastronomia mondiale; ecco perché vi consigliamo di curiosare in questa nostra raccolta di ricette tratta dalla serie “Musica per il palato” che ripercorre i piatti del grande compositore con approfondimenti e curiosità.

Dopo il non far nulla io non conosco occupazione per me più deliziosa del mangiare, mangiare come si deve, intendiamoci. L’appetito è per lo stomaco ciò che l’amore è per il cuore. Lo stomaco è il maestro di cappella che governa ed aziona la grande orchestra delle passioni. Lo stomaco vuoto rappresenta il fagotto o il piccolo flauto in cui brontola il malcontento o guaisce l’invidia; al contrario lo stomaco pieno è il triangolo del piacere oppure i cembali della gioia. Quanto all’amore, lo considero la prima donna per eccellenza, la diva che canta nel cervello cavatine di cui l’orecchio s’inebria ed il cuore viene rapito. Mangiare e amare, cantare e digerire: questi sono in verità i quattro atti di questa opera buffa che si chiama vita e che svanisce come la schiuma d’una bottiglia di Champagne. Chi la lascia fuggire senza averne goduto è un pazzo.
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