Territorio e tradizioni

Le scoperte svizzere che hanno facilitato la vita in cucina

Dietro a invenzioni rivoluzionarie come il cellophane o la carta stagnola c’è una mente rossocrociata

  • 25 luglio, 11:30
Pelapatate Rex
  • Victorinox
Di: Patrizia Rennis

Forse non tutti lo sanno, ma la Svizzera è un Paese di inventori. Nessuna nazione conta un numero elevato di brevetti in rapporto al numero di abitanti quanto la nostra. Tra le scoperte elvetiche ce ne sono diverse che hanno rivoluzionato il mondo della cucina, scopriamone alcune.

Il pelapatate Rex o pelapatate a Y per risparmiare tempo

La leggenda narra che nel 1947 durante il servizio militare lo svizzero Alfred Neweczerzal stanco di pelare patate si ingegna per trovare un attrezzo che gli faccia risparmiare tempo, inventa così un modello di pelapatate Rex: lo sparschäler Rex (spar per risparmio e schäler attrezzo per sbucciare).

Pelapatate

Pelapatate

  • iStock

L’utensile a forma Y è realizzato in alluminio, ha un manico fisso e una lama che con una minima pressione rimuove uno strato sottile. Il modello di pelapatate si dimostra facile da usare -  è ergonomico anche per i mancini – è semplice da fabbricare, economico e di alta qualità. L’invenzione di Neweczerzal viene ben presto brevettata e il modello di pelapatate Rex entra nelle cucine di tutto il mondo. Ancora viene prodotto e venduto con materiali diversi, ma una forma praticamente immutata.

Alfred Neweczerzal fonda la Zena AG a Affoltern am Albis, vicino a Zurigo, acquisita nel 2020 da Victorinox.

La rivoluzione del Cellophane

Un’altra invenzione svizzera nata grazie all’ispirazione della vita quotidiana è quella del cellophane™. Mentre è seduto al ristorante Jacques E. Brandenberger osserva un cameriere cambiare una tovaglia appena sporcata da un cliente con del vino, l’ingegnere tessile svizzero decide allora di trovare il modo per rendere i tessuti impermeabili. Durante i suoi esperimenti Brandenberger prova ad applicare su della stoffa della viscosa liquida (rayon), il rivestimento non funziona, ma nota che staccandosi dal tessuto il rayon forma una pellicola trasparente. L’ingegnere decide di lavorare su questa scoperta e dopo alcuni anni, nel 1908, sviluppa e brevetta la prima macchina per produrre fogli trasparenti di cellulosa rigenerata. Alla pellicola viene dato il nome cellophane dall’unione delle parole “cellulosa” e “diaphanis” (parola greca che significa trasparente).

cellophane

La produzione di questo prodotto rivoluzionario ha un progresso rapido. Il cellophane è trasparente, flessibile, aderente, resiste al grasso ed è neutro al gusto e all’olfatto: caratteristiche lo rendono ideale per imballare i cibi in modo igienico. Nel 1926 il gruppo chimico americano Du Pont ne acquista la licenza di fabbricazione e nei suoi laboratori ne perfeziona le prove di umidità, un’ulteriore spinta al successo planetario di questo prodotto. 

Negli anni ‘50 compaiono sul mercato pellicole trasparenti fatte con materie plastiche come il politene e il polipropilene, anche grazie al costo inferiore sostituiscono progressivamente in molte applicazioni il cellophane.

Dalla carta stagnola alla “carta alu”

Se ognuno di noi in cucina ha un rotolo di “carta alu” è grazie a due pionieri svizzeri. Per avvolgere e conservare gli alimenti fino a inizio del 1900 venivano usati dei fogli sottili di stagno - da qui la denominazione carta stagnola – ma le evoluzioni nella lavorazione dell’alluminio cambiano le sorti di questo materiale. Nel 1908 l’imprenditore svizzero Alfred Gautschi allestisce un laminatoio di prova per la produzione di fogli di alluminio nella sua fonderia.

Gautschi sviluppa il cosiddetto pack rolling un processo di cui deposita il brevetto. 

La svolta nel settore della carta stagnola arriva però solo nel 1910, quando lo sciaffusano Robert Victor Neher e il suo collaboratore Edwin Lauber brevettano un metodo per produrre in modo continuo fogli di alluminio di spessore ancora inferiore a quelli di Gautschi, perfetti per l’imballaggio di generi alimentari. I due fondano l’azienda Dr. Lauber, Neher & Cie., i loro fogli di alluminio iniziano a venire usati per rivestire il cioccolato e per confezionare zuppe e dadi, tra i primi clienti dell’azienda ci sono Tobler e Maggi. 

I fogli in alluminio vengono usati per imballare o rivestire contenitori di caffè, latte, burro, succhi, gelati e gomme da masticare, ma anche di medicine e sigarette. 

291323460_highres.jpg

Da più di 100 anni il cioccolato era prodotto nel canton Berna ed esportato in tutto il mondo

  • Keystone

La carta in alluminio più economica e facile da produrre sostituisce man mano quella in stagno e si espande in Europa e negli Stati Uniti. Nel mercato appare anche il rotolo di carta di alluminio che prestandosi ad avvolgere e mantenere freschi gli alimenti entra a far parte dell’inventario delle cucine della gente.

Grazie alla versatilità e all’efficacia ancora oggi, la carta in alluminio viene usata per innumerevoli applicazioni, ma il confezionamento di alimenti rimane l’uso principale. 

Macchina per caffè automatica anche in casa

Se oggi appena svegli riusciamo a preparare un caffè semplicemente premendo un pulsante il merito è dell’ingegnere svizzero Arthur Schmed. La prima macchina per caffè espresso viene ideata nel 1884 dall’imprenditore torinese Angelo Moriondo che la sviluppa in modo da offrire un caffè veloce e istantaneo alla clientela di alberghi e ristoranti. Fino agli anni ’70 le macchine per caffè espresso sono diffuse unicamente in bar, ristoranti e alberghi, ma Schmed decide di portare questa “tecnologia” nelle case delle persone. In un garage di Zurigo l’ingegnere svizzero sviluppa il primo prototipo di macchina per caffè automatica per uso domestico e continua a lavorare allo sviluppo della sua idea assieme all’ingegnere Sergio Zappella. Per anni i due ingegneri cercano un aiuto finanziario fino a che lo trovano nella Solis, un produttore di elettrodomestici svizzero storico. 

Pare che il prototipo di macchina da caffè presentato alla Solis da Schmed e Zanella fosse stato bocciato dal team di marketing dell’azienda perché troppo ingombrante, ma il proprietario della Solis decise di finanziare comunque il progetto. 

Nel 1981 Arthur Schmed e Sergio Zappella fondano la Saeco (da Sergio, Arthur e Compagnia) e riescono finalmente a produrre la loro invenzione. Nel 1985 Saeco e Solis lanciano nel mercato la prima macchina per caffè espresso automatica per uso domestico del mondo.

Invenzioni svizzere

RSI Food 25.01.2019, 22:30

  • Alfred Neweczerzal
  • Jacques E. Brandenberger
  • Alfred Gautschi
  • Robert Victor Neher
  • Edwin Lauber
  • Arthur Schmed
  • Angelo Moriondo
  • Sergio Zappella
  • Svizzera
  • Tobler
  • Maggi
  • Solis
  • Saeco
  • svizzere
  • elvetiche
  • svizzero
  • svizzera

Correlati

Ti potrebbe interessare