Approfondimento

L’aiuto sociale non richiesto

Un terzo delle persone che ne avrebbero diritto non riceve il sostegno dello Stato, che risparmia così circa 1,2 miliardi di franchi all’anno

  • Oggi, 06:28
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Le persone si trovano a vivere sotto il minimo esistenziale

  • Keystone
Di: Nora Meuli (SRF)/sf

Circa il 30% delle persone che avrebbero diritto all’aiuto sociale non lo ricevono e vivono così al di sotto del minimo esistenziale, sottolinea un approfondimento di SRF. Una situazione che ha delle conseguenze: molti mangiano male o evitano di andare dal dentista, mentre i figli crescono in una situazione precaria.

Il reportage di Echo der Zeit (SRF, 22.08.2024)

I motivi per cui non viene chiesto il sostegno dello Stato sono diversi: molti non capiscono il sistema, si scontrano con gli ostacoli amministrativi, si vergognano di chiedere aiuto o temono di perdere il permesso di soggiorno.

Il dilemma delle autorità

Quando delle persone vivono in una situazione precaria ci sono costi anche per il settore pubblico, perché la loro salute spesso si degrada, si indebitano e a un certo punto avranno bisogno di prestazioni sociali. Allo stesso tempo si risparmiano parecchi soldi: se tutte le persone che ne hanno diritto ricevessero l’aiuto sociale, si dovrebbero sborsare 1,2 miliardi di franchi in più all’anno.

Il calcolo

Nel 2022 sono stati spesi 8,6 miliardi di franchi in prestazioni sociali per lottare contro la povertà. Tra queste figurano le prestazioni complementari AVS/AI, l’aiuto sociale, familiare, all’alloggio, ecc., ma non comprendono le riduzioni dei premi, ad esempio.

Se il 30% che non ne beneficia ricevesse prestazioni simili a quelle già erogate, sarebbero necessari altri 3,7 miliardi di franchi. Si può però presumere che si tratti di working poor che, guadagnando qualcosa, avrebbero diritto a prestazioni inferiori. Ci sono anche famiglie che non ricevono nulla perché avrebbero diritto a somme molto ridotte.

Si può presumere che queste persone riceverebbero un terzo dei benefici rispetto a quelli erogati oggi. Si arriva così alla stima di 1,2 miliardi di franchi.

Cosa fa la Confederazione

La Confederazione cerca di mettere in rete i diversi attori, di far conoscere i buoni esempi dei Cantoni e di allestire un monitoraggio della povertà con dati sulle prestazioni non ricevute. Ma non fa nulla direttamente riguardo all’aiuto non erogato. Astrid Wüthrich, vicedirettrice dell’Ufficio federale delle assicurazioni sociali, afferma: «Solo i Cantoni e i Comuni possono migliorare l’accesso e il contatto con le autorità». La competenza per le prestazioni complementari spetta invece alla Confederazione e ai Cantoni. Cosa sta facendo Berna? Resta ancora da chiarire come affrontare la questione con i Cantoni, afferma Wüthrich. Recentemente il Canton Giura ha invitato la Confederazione a facilitare l’accesso alle prestazioni complementari o addirittura a versarle automaticamente con un’iniziativa cantonale.

Cosa fanno Cantoni e Comuni

Sette Cantoni calcolano il diritto alla riduzione dei premi direttamente sulla base della dichiarazione dei redditi e dei registri e la versano automaticamente. Questo approccio potrebbe anche essere trasferito ad altre prestazioni sociali oppure i potenziali richiedenti potrebbero essere informati che dovrebbero verificare i loro diritti. 73 comuni del Canton Vaud hanno fondato un’organizzazione che si avvicina direttamente alle persone potenzialmente interessate, vede di cosa hanno bisogno e, se necessario, le accompagna presso le autorità. Il Canton Giura ha condotto una campagna nei luoghi pubblici e sui giornali, che invita le persone a raccogliere gli aiuti a cui hanno diritto. Molti Cantoni, tuttavia, non sembrano vedere alcuna necessità di intervento urgente.

A questo link potete trovare le informazioni sulle prestazioni sociali in Ticino.

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