Reportage

Sciare nel cuore del deserto saudita

L’Arabia Saudita vuole diventare un attore di primo piano del turismo mondiale. Tra i megaprogetti controversi c’è anche una stazione sciistica nel deserto

  • Oggi, 06:51
  • Un'ora fa
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Un modello di Trojena, la stazione sciistica parte del progetto Neom

  • Keystone
Di: David Nicole, Jérôme Galichet (RTS)/sf 

Coppa del Mondo di calcio 2034, Expo Universale 2030 e Giochi Asiatici Invernali nel 2029: mentre solo pochi anni fa era uno dei paesi più chiusi al mondo, l’Arabia Saudita si prepara ad accogliere importanti eventi mondiali. Il regno investe somme colossali in progetti faraonici, molti dei quali suscitano controversie a causa del loro costo umano ed ecologico.

I rendering di The Line, una megalopoli futuristica costruita nel pieno deserto, hanno fatto il giro del mondo. Un’idea parte del progetto Neom, che dovrebbe vedere la luce entro il 2030 nel nord dell’Arabia Saudita, ma deve far fronte a una serie di problemi.

A pochi chilometri dalla città, è prevista anche una stazione sciistica, creata da zero in un paesaggio desertico dove praticamente non nevica mai. Chiamato Trojena, il sito è stato designato dal paese per ospitare i Giochi Asiatici Invernali tra quattro anni.

Il reportage da Neom (Mise au point, RTS, 05.01.2025)

Progetti per guadagnare visibilità

Secondo le immagini promozionali, Trojena è attualmente in costruzione. Agenti immobiliari sono incaricati di vendere i chalet della stazione ancora ipotetica e assicurano di aver già registrato numerose promesse di acquisto.

Per Majed bin Abdullah Al-Hogail, ministro degli alloggi e membro della famiglia reale saudita, “l’Arabia Saudita sta diventando un luogo propizio per investimenti, lavoro e tempo libero per i turisti. Stiamo costruendo città che possono rispondere a tutte queste esigenze”.

Il ministro si mostra fiducioso riguardo ai vari progetti legati a Neom: “Anche se non riusciremo a realizzare tutti gli obiettivi, sarà comunque un successo. Impareremo e ci svilupperemo fino a quando questi progetti non diventeranno realtà”.

“L’Arabia Saudita vuole essere vista dal mondo intero. Grandi progetti come l’Expo Universale del 2030 o i Mondiali di calcio del 2034 attirano l’attenzione sul Paese. E questo aumenta la pressione per migliorare la protezione dei lavoratori migranti, per esempio”, afferma Yasmina Chatila Zwahlen, ambasciatrice svizzera in Arabia Saudita.

La diplomatica si rifiuta di parlare delle controversie che suscita il progetto Neom, ma ritiene che abbia un’importanza capitale: “Neom è il simbolo che l’Arabia Saudita di oggi non è più quella dei cammelli e dei beduini nel deserto. È un Paese che ha aspirazioni e una visione del futuro”, argomenta.

Condizioni di lavoro sotto accusa

Nel nord dell’Arabia Saudita, in uno dei deserti più aridi del mondo, numerosi lavoratori indiani, bangladesi e pakistani – sarebbero diversi milioni in tutto il Paese – lavorano nei cantieri di Neom e vivono lontano dagli sguardi, dietro grandi recinzioni di filo spinato.

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Gli alloggi dei lavoratori migranti, circondati da filo spinato

  • RTS

Secondo un’inchiesta della britannica ITV, 21’000 lavoratori migranti sarebbero già morti in questi cantieri e 100’000 sarebbero dati per dispersi. Accuse che le autorità saudite hanno smentito. I dipendenti occidentali che lavorano per Neom sono invece ospitati in piccole colonie che sembrano basi lunari.

Montagna scavata e cementata

Sulla strada delle montagne, in direzione del sito dove deve essere costruita la stazione sciistica Trojena, i pochi villaggi di beduini stanno scomparendo. Secondo la testimonianza di un ex ufficiale saudita riportata dalla BBC, la polizia locale è autorizzata a uccidere chiunque si opponga al progetto Neom.

Una condotta d’acqua è in costruzione e servirà a pompare l’acqua del Mar Rosso, che sarà desalinizzata e utilizzata per alimentare i cannoni da neve della stazione.

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Il cantiere della stazione sciistica di Trojena

  • RTS

A 2000 metri, le macchine scavano e cementano la cima. Il primo cannone da neve è già in fase di test. Sebbene i lavori siano effettivamente iniziati, è difficile oggi immaginare un tale paesaggio, dove il termometro segna ancora 15 gradi all’ombra a fine novembre, coperto di neve.

06:59

La battaglia del Mar Rosso

RSI Info 08.01.2025, 08:33

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