La numero uno di City Group Jane Fraser, ha decretato il venerdì senza riunioni online. Questo per permettere ai 210'000 collaboratori della banca di tornare a mettere dei limiti tra la vita professionale e quella personale. Una decisione estemporanea, oppure potrebbe essere l'inizio di un nuovo orientamento? "Negli ultimi anni c'è una tendenza a imporre delle norme più chiare e rigorose per separare il tempo di lavoro da quello di riposo", risponde Costantino Delogu, avvocato di Lugano esperto in materia, che cita l'esempio di Volkswagen. La casa automobilistica tedesca già nel 2011 "aveva bloccato e blocca tuttora la distribuzione della posta elettronica attraverso i server aziendali, che vengono attivati mezz'ora prima dell'inizio della giornata lavorativa e disattivati mezz'ora dopo la fine".
In Francia il diritto alla "disconnessione" è già contemplato, mentre il diritto svizzero è ancorato a norme datate "che non tengono conto dell'evoluzione della tecnologia", afferma Delogu. Il rischio è che il dipendente non riesca mai a staccare e debba sempre farsi trovare pronto ai solleciti professionali. Con la pandemia si è diffuso il telelavoro con ulteriore pericolo di abusi. "Nell'attività ordinaria il tragitto casa-ufficio e ritorno non è considerato tempo di lavoro e non è remunerato", ricorda per esempio il legale, e se trasformato in tempo di lavoro "cosa contrattualmente possibile, va pagato".
Come si riscontrano abusi, allo stesso modo si impongono sempre più anche modelli virtuosi: in sempre più aziende - spiega Delogu - "si sta implementando una modalità che prevede i venerdì liberi dalla posta elettronica. Quel giorno il lavoratore non deve essere reperibile e può così chiudere la settimana e pianificare quella successiva. Ci sono studi che dimostrano che questo ha effetti positivi anche dal profilo economico, del rendimento".