Intervista

“Con questa guerra è come se fossi tornata ad Auschwitz”

Incontro con Tatiana Bucci, sopravvissuta al campo di sterminio: “Soffro per tutti i bambini, sia israeliani sia palestinesi” - Per una rappacificazione: “Servono due Stati”

  • 10 novembre 2023, 21:47
  • 27 novembre 2023, 13:08
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Tatiana Bucci, sopravvissuta all'Olocausto

Telegiornale 10.11.2023, 20:32

Di: Andrea Ostinelli, corrispondente RSI a Bruxelles 

Con i suoi 86 anni e la vitalità dello sguardo e delle parole, Tatiana Bucci è la testimonianza vivente che sperare si può e si deve. Soprattutto nei momenti più sinistri della storia.

Quando aveva sei anni è stata imprigionata nel campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau con la sorella Andra, di soli quattro anni, e la madre Mira Perlow.

Da poco più d’un mese, da quando cioè Hamas ha messo a segno una serie di attentati in Israele, la sua vita è cambiata.

“Io, che credevo di essere uscita mentalmente da Auschwitz, da quando è scoppiata questa guerra ci sono ritornata. Per ore, tutti i giorni. Perché penso che lì, ho perso i miei cugini”.

“Penso a loro anche per via di tutti quei bambini – i bambini dei kibbutz – che sono stati ammazzati, piccolissimi poi, in un modo indescrivibile”.

Il dolore di Tatiana non si ferma sulla linea del fronte: “Quando poi Israele è andata a Gaza e ci sono state migliaia di morti, di bambini… il mio sentimento resta lo stesso. Soffro per i bambini, per gli uni e per gli altri nello stesso modo. Non riesco a togliermi dalla mente né gli uni né gli altri”.

Il conflitto ha riacceso l’antisemitismo. Anche in Europa. “Questo mi fa male. Perché non credo che meritiamo questo. Non lo merita la gente. Posso capire che molti – e anche noi ebrei – non siamo tutti d’accordo su quello che fa il governo in Israele ma la gente comune non ha niente a che fare con queste cose. E dover subire – perché si subisce – un antisemitismo come quello attuale, lo trovo veramente fuori luogo”.

Le parole di Tatiana Bucci sono schiette, composte. La compassione e la forza primeggiano su tutto.

“In questo momento ho l’impressione che l’odio faccia parte della natura umana, ma spero anche che si rinsavisca. Lo dobbiamo ai nostri giovani: non possiamo lasciar loro un mondo così… direi marcio”.

Nel mondo migliore, che la signora Bucci desidera per le nuove generazioni, c’è un Medio Oriente rappacificato.

“Spero che fra i palestinesi e gli israeliani ci siano due Stati, ecco. Credo che manchi quello. E ognuno libero di parlare, di vivere. E di professare la propria religione, come se la sente, come vuole. Perché è importante essere liberi”.

Da anni, Tatiana Bucci e la sorella Andra sono impegnate nella testimonianza, nel ricordo della Shoah. I giovani le ascoltano e le seguono nelle visite ad Auschwitz.

“Molte volte sono più gli adulti che non sanno quello che è stato l’Olocausto – commenta Tatiana –. La maggior parte dei giovani lo sa, anche perché nelle scuole si parla”.

Sopravvissute allo sterminio nazista, Andra e Tatiana Bucci incarnano la speranza. “Il fatto che noi ce l’abbiamo fatta, che i nostri genitori ci hanno ritrovato, che il nostro piccolo nucleo familiare s’è ricomposto, per chi crede ha del miracoloso. Non conosco altre storie come la nostra – sottolinea Tatiana –. La maggior parte dei bambini è morta nei campi di sterminio. Oppure, se sono sopravvissuti – in pochissimi –, sono rimasti soli”.

“La cosa più bella che ho avuto dalla vita sono i miei nipoti – ci dice in un sussulto Tatiana –. Ne ho tre, due maschi e una femmina, e sono veramente la cosa più bella che ho avuto dalla vita. Sono la dimostrazione che ce l’ho fatta. E sono felice per questo”.

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