Mondo

“Fuori servizio” il principale ospedale del nord di Gaza

L’OMS denuncia il “sistematico smantellamento” delle strutture sanitarie - Critiche ONU al raid israeliano sull’aeroporto di Sana’a: “Struttura civile, un aereo stava atterrando”. Nello scalo yemenita anche il capo dell’OMS

  • 28.12.2024, 10:40
  • 28.12.2024, 16:08
638373810_highres.jpg

Gli ospedali di Gaza - nell'immagine quello dei Martiri di al Aqsa a Deir al Balah - sono stati presi di mira in numerose occasioni

  • keystone
Di: AFP/ANSA/pon 

L’ultima grande struttura sanitaria nel nord di Gaza, l’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, è “fuori servizio” dopo i raid e l’irruzione dell’esercito israeliano, che con un preavviso di evacuazione di soli 15 minuti lo hanno trasformato venerdì in un campo di battaglia: lo afferma l’Organizzazione mondiale della sanità. Alcuni reparti chiave sono stati gravemente bruciati e distrutti durante l’incursione”, ha dichiarato l’OMS in un comunicato diffuso venerdì sera su X.

L’OMS ha dichiarato che nell’ospedale sono rimasti 60 operatori sanitari e 25 pazienti in condizioni critiche, compresi quelli attaccati ai ventilatori. Prima del raid nel nosocomio c’erano 350 persone. Il sistematico smantellamento dell’infrastruttura ospedaliera di Gaza, scrive ancora l’organizzazione dell’ONU, “è una condanna a morte per decine di migliaia di persone che ne hanno bisogno”. Secondo fonti palestinesi, il direttore della struttura sarebbe stato arrestato dalle forze israeliane insieme ad altri collaboratori.

640693265_highres.jpg

All'aeroporto di Sana'a colpita anche la torre di controllo

  • keystone

Le Nazioni Unite puntano il dito contro Israele anche riguardo ai ripetuti attacchi contro lo Yemen e in particolare per quello contro l’aeroporto di Sana’a, colpito venerdì proprio “mentre un aereo di linea che trasportava centinaia” di persone “stava atterrando”, denuncia il coordinatore ONU per gli aiuti umanitari agli yemeniti, Julien Harneis.

02:08

Yemen, nuovo fronte di guerra?

Telegiornale 27.12.2024, 20:00

Lo scalo, ha sottolineato il funzionario, “è una struttura utilizzata per scopi civili, anche dalle Nazioni Unite e dal Comitato internazionale della Croce Rossa, e non può essere preso di mira dalle parti in conflitto”. Harneis era proprio in aeroporto in quel momento e ha assistito al raid: esplosioni si sono verificate a 300 metri dalla sua posizione, la torre di controllo è stata colpita. Il raid non era stato preceduto da “nessuna possibile indicazione di attacchi aerei”. Un membro dell’ONU è rimasto ferito ed è stato trasportato in Giordania per essere curato, gli altri (una ventina) hanno trovato riparo. Fra i presenti in quel momento c’era anche il direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus che ha detto di essere scampato di poco alla morte e di sentire ancora nelle orecchie le conseguenze del rumore assordante del bombardamento. Indipendentemente dalla mia presenza o meno, ha poi aggiunto in un’intervista alla BBC ribadendo il concetto già espresso da Harneis, l’aeroporto è un’infrastruttura civile ed è protetta dal diritto internazionale.

Un missile lanciato dagli Houthi yemeniti verso Israele è stato intanto intercettato dalle difese dello Stato ebraico (ma al di fuori dei confini nazionali) nella notte su sabato, mentre le sirene di allarme risuonavano nelle aree di Gerusalemme e del Mar Morto. Simili allerte si sono ripetute praticamente ogni notte da una decina di giorni a questa parte. I razzi houthi vengono generalmente intercettati, ma in alcuni casi hanno superato le maglie difensive: sabato scorso 16 persone erano rimaste ferite a Tel Aviv.

rsi_social_trademark_WA 1.png

Entra nel canale WhatsApp RSI Info

Iscriviti per non perdere le notizie e i nostri contributi più rilevanti

Correlati

Ti potrebbe interessare