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“Vincere la guerra e poi nuovo allargamento UE”

Vent’anni fa si passò da 15 a 25 Stati - Intervista alla storica eurodeputata polacca Roza Thun: “È stato un successo e ne hanno approfittato sia i nuovi che i vecchi Paesi membri”

  • 1 maggio, 12:34

RG 12.30 del 01.05.2024 - L’intervista di Andrea Ostinelli a Roza Thun

RSI Mondo 01.05.2024, 12:02

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Di: RG-Ostinelli/RSI Info

Esattamente vent’anni fa, il 1° maggio 2004, dieci Stati dell’Europa centro-orientale e del sud entravano a far parte dell’Unione Europea (UE). Si è trattato del maggior allargamento mai compiuto nella storia dell’UE che, in una sola volta, è passata da 15 a 25 Stati membri (diventati poi 27 nel 2007 con l’adesione di Romania e Bulgaria), superando le divisioni ereditate dalla Guerra Fredda. In un sol colpo, l’unione ha acquisito 75 milioni di nuovi cittadini e la sua superficie è cresciuta di un quinto. Un allargamento che è stato motore di crescita economica e culturale. 

Nel giorno dell’anniversario, il Radiogiornale ne ha parlato con l’eurodeputata polacca Roza Thun. “Sicuramente si tratta di un successo, non ho alcun dubbio. E per entrambi: i vecchi Stati membri e i nuovi. È un vantaggio reciproco: se viene oggi in Polonia, a Varsavia... non le riconoscerà più, sono cambiate completamente. Non soltanto per quanto riguarda gli aspetti visibili come le strade e gli edifici, ma anche per l’organizzazione della società, il dibattito pubblico, la politica: tutto è cambiato. E non soltanto per via del denaro, ma grazie al contatto, al fatto che siamo membri di questa famiglia europea. Una famiglia che, a sua volta, beneficia di noi, di un enorme mercato. Quando si vedono i grandi investimenti di Francia, Italia, Germania,... ovviamente non sono fatti per generosità, ma perché generano grandi profitti”.

Oppositrice del governo comunista di Varsavia durante la guerra fredda, Roza Thun è un’eurodeputata liberale alla fine della sua terza legislatura a Strasburgo, dopo essere stata in precedenza a capo della Rappresentanza dell’UE a Varsavia. Il suo entusiasmo per l’allargamento trae origine sia dall’interno delle Istituzioni europee, sia dalla realtà di uno Stato membro nuovo - la Polonia - che in vent’anni di partecipazione ha potuto praticamente triplicare il suo prodotto interno lordo. È quindi giunto il tempo di un nuovo allargamento, pensando in particolare all’Ucraina, alla Moldova e ai Balcani?

“Ogni allargamento è un processo molto lungo, ma poi bisogna pur deciderlo. Innanzitutto, tutti insieme dobbiamo vincere questa guerra: gli ucraini da soli non sono in grado - pur essendo degli eroi incredibili, coraggiosi e organizzati estremamente bene -, ma bisogna aiutarli. La Russia è grande 3-4 volte loro. Quindi come europei dobbiamo vincere questa guerra e poi allargare. Vedo i progressi che fanno gli ucraini già adesso, così come gli altri Paesi che sono molto interessati a entrare, spero quindi che per loro si apra una prospettiva realistica”.

La vittoria del conflitto russo in Ucraina quindi come condizione geopolitica necessaria per pensare a un’Unione Europea ancora più in grande. Una condizione tanto necessaria quanto oggi difficile da realizzare. Roza Thun, però, pensa che anche nei confronti della minaccia russa, i Paesi dell’Europa centro-orientale siano un fattore di sicurezza: “Come Est europeo portiamo anche la conoscenza del nostro grande e assai pericoloso vicino russo. Portiamo la nostra determinazione a non cadere nella dipendenza dalla Russia e dalla sua energia. Questo è un fattore di sicurezza per tutta l’Europa. Penso davvero che entrambi, vecchi e nuovi Paesi membri, da ciò traggano beneficio”.

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