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Addio polemico all’Amministrazione Biden a causa di Gaza

Incontro con Lily Greenberg Call, la prima funzionaria ebrea a dare le dimissioni per protesta contro il sostegno incondizionato americano a Israele

  • 27 giugno, 06:09
  • 27 giugno, 12:49

Gaza, la protesta dei funzionari USA

Telegiornale 26.06.2024, 20:00

  • RSI
Di: Massimiliano Herber

Lily Greenberg Call misura le parole, il tono è severo, la sua frustrazione e determinazione vanno di pari passo, ma quando parla della reazione dei suoi genitori e dei suoi amici alle sue dimissioni dall’Amministrazione Biden lo sguardo si abbassa e si incupisce. Lei è la prima funzionaria ebrea a rinunciare al proprio incarico in segno di protesta per la gestione americana della guerra a Gaza. “Parecchie persone della mia comunità non capiscono, pensano che il mio gesto sia dannoso per gli ebrei, confessa, ma io so che non è così. Penso che quello che Israele e il nostro presidente stanno facendo rende gli ebrei meno sicuri, rende gli israeliani meno sicuri”.

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Lily Greenberg Call

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A 26 anni Greenberg Call era stata nominata assistente speciale della Capo staff al Dipartimento degli Interni. Era entrata nell’Amministrazione all’insediamento del presidente democratico, dopo aver lavorato per la campagna elettorale di Kamala Harris prima e per quella del partito nel 2020. Già nel 2016 aveva fatto campagna per Hillary Clinton. Le grandi speranze hanno lasciato il posto alla rabbia. “È più rabbia quello che provo, ammette, perché se sei la persona più potente del mondo, hai molte responsabilità. E credo che il presidente ora abbia le mani sporche del sangue di persone innocenti”. Il 15 maggio ha gettato clamorosamente la spugna, con una lettera di dimissioni polemica in cui chiedeva “che senso abbia avere potere se non lo si usa per fermare crimini contro l’umanità“. Qual è la stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso? “Non c’è stato un evento in particolare”, spiega Lily per poi aggiungere: “forse l’invasione di Rafah. Il presidente aveva tracciato una ‘linea rossa’, dicendo che avrebbe smesso di fornire armi se vi fosse stata un’invasione israeliana. L’invasione è puntualmente avvenuta, l’invio di armi è stato sospeso qualche giorno e poi, quasi immediatamente dopo, è stato inviato un altro miliardo di dollari in armi…

A Gaza il numero delle vittime ha superato le 37’000 persone: un “genocidio” scrive lei, delusa e arrabbiata con la presidenza: “Joe Biden non ascolta, non ascolta la maggior parte degli americani che vorrebbe una fine del conflitto e non ha empatia per i palestinesi ed è una delusione incredibile viste le tragedie che lui stesso ha vissuto! E poi penso, ci sia molta hybris, molta arroganza tra chi comanda alla Casa Bianca, nella convinzione di saperne più degli altri.

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La lettera di dimissioni datata 15 maggio 2024

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Eppure, obiettiamo, perlomeno a parole, Joe Biden ha cercato di frenare l’azione militare israeliana a Gaza, al Consiglio di Sicurezza dell’ONU, sospendendo l’invio di armi, negoziando il cessate il fuoco e la liberazione degli ostaggi… “Gli Stati Uniti, obietta, potrebbero far valere un enorme peso e influenza, ma se il presidente fosse serio riguardo al cessate-il-fuoco e alla pace, non direbbe da un lato di volerli e dall’altro continuare a fornire armi a Israele per massacrare innocenti”. Ribellandosi al sacrificio di civili palestinesi sono ormai una decina i funzionari dell’Amministrazione Biden ad aver dimissionato, ma per Lily, di religione ebrea e formata in scuole ebraiche e Berkley il prezzo è più alto. “Sono cresciuta in una comunità in cui l’essere ebrei e sostenere Israele erano inseparabili. Per molti ebrei, Israele è considerata la nostra salvezza dalla catastrofe che è stata l’Olocausto. E purtroppo è molto diffusa l’idea che la sicurezza degli ebrei e la libertà dei palestinesi siano in contrasto, che ci sia in qualche modo un gioco a somma zero”.

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Biden e Netanyahu all'aeroporto di Tel Aviv il 18 ottobre 2023

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Dalla lettera di dimissioni di maggio, chiediamo, ha visto dei segnali di cambiamento? Speravo la Casa Bianca ci ascoltasse, dice un po’ sconsolata, ma non è cambiato molto e ne sono davvero delusa e scioccata”. Democratica convinta, Lily continua a sperare in un cambio di rotta americano. La presidenza Biden è stata molto progressista e ha ottenuto grandi risultati, ammette, ma Biden sta rovinando la sua eredità sostenendo acriticamente Israele a Gaza. Nulla è perduto da qui a novembre, ma Lily ribadisce il suo scoramento: “È frustrante vedere come metta a rischio la democrazia americana, rischi una guerra regionale, rischi tutto ciò che ci sta a cuore. Solo per mantenere Palestina e Israele in uno statu quo, in una spirale di violenza”.

L’addio polemico a un’amministrazione è una macchia in una carriera professionale a Washington DC, ma Lily Greenberg Call dice di parlare anche in nome dei molti funzionari che non possono manifestare il proprio malessere, un disagio e un dissenso che non si limita solo al personale democratico ma serpeggia in tutto il Paese come già visto durante le primarie presidenziali.

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