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Aiuti occidentali a Kiev, la dura sfida dei numeri

Secondo l’Istituto di Kiel per sostituire completamente gli aiuti militari statunitensi nel 2024, l’Europa dovrebbe raddoppiare il livello e il ritmo di quelli attuali, una missione praticamente impossibile

  • 17 febbraio, 06:38
  • 17 febbraio, 06:38
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Soldati ucraini in addestramento su un mezzo blindato

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Di: Stefano Grazioli

In questa fase del conflitto l’iniziativa è in mano alla Russia, che sul fronte orientale sta spingendo per allargare il perimetro dei territori già conquistati nel Donbass, mentre a sud la situazione è di sostanziale stallo, dopo il fallimento della controffensiva ucraina che non è riuscita a penetrare nella regione di Zaporizha e oltre la riva sinistra del Dnipro. Una delle ragioni oggettive che hanno frenato gli attacchi ucraini e stanno mettendo a dura prova le difese di Kiev di fronte all’offensiva invernale russa è la riduzione degli aiuti militari e finanziari da parte dell’Occidente. Già nella seconda metà del 2023 il sostegno si è ridotto e anche gli ultimi dati forniti dall’Istituto per l’economa mondiale di Kiel, in Germania, che attraverso l’Ukraine Support Tracker monitora il flusso di aiuti verso l’Ucraina dall’inizio del conflitto, hanno messo in evidenza come il quadro sia al momento tutt’altro che favorevole.

Gli aiuti statunitensi sono bloccati

Così se l’ultimo pacchetto dell’Unione Europea per l’Ucraina è stato sbloccato e garantisce il flusso di nuovi aiuti finanziari per circa 50 miliardi di euro, il divario tra gli impegni presi complessivamente tra Bruxelles (144 miliardi di euro) e i fondi stanziati arrivati a Kiev (77 miliardi di euro) rimane molto ampio. Al momento negli Stati Uniti sono inoltre ancora bloccati 61 miliardi di dollari a causa degli screzi interni tra il partito democratico del presidente Joe Biden e l’opposizione repubblicana. Secondo l’Istituto di Kiel per sostituire completamente gli aiuti militari statunitensi nel 2024, l’Europa dovrebbe raddoppiare il livello e il ritmo di quelli attuali. Una missione praticamente impossibile, anche alla luce appunto della larga forbice tra promesse fatte e mantenute. La cornice appare quindi particolarmente grave, se si considera la situazione attuale sul campo e l’urgenza e la necessità del supporto militare che non può essere posticipato a lungo.

Il sostegno militare rallenta

L’ultimo aggiornamento dell’Ukraine Support Tracker pubblicato a metà febbraio mostra che gli impegni e le consegne di aiuti statunitensi sono sostanzialmente in fase di stallo dalla fine del 2023. Gli aiuti europei, d’altro canto, continuano ad aumentare, sia in termini di impegni che in termini di stanziamenti, con il volume degli aiuti finanziari totali stanziati dall’Unione pari a 34 miliardi di euro, simile a quello degli aiuti militari stanziati, di 35,2 miliardi di euro. Secondo gli analisti di Kiel con l’approvazione formale del pacchetto di aiuti da 50 miliardi di euro da parte di Bruxelles per il momento gli aiuti finanziari sembrano essere garantiti, mentre per quanto riguarda gli aiuti militari ci sembrano essere dei rallentamenti. Nel periodo tra novembre 2023 e il 15 gennaio 2024 gli aiuti militari promessi sono stati di 9,8 miliardi di euro, mentre nello stesso periodo dell’anno scorso, gli impegni ammontavano a 27 miliardi di euro, di cui 21 miliardi provenivano dagli Stati Uniti.

La Germania dona di più

Il sostegno militare per l’Ucraina continua a provenire principalmente da alcuni grandi donatori come i paesi nordici, la Germania o il Regno Unito, mentre molti altri paesi hanno promesso o fatto poco o nulla. Anche nel settore militare, come in quello esclusivamente finanziario, esiste una grande differenza tra gli aiuti promessi e quelli effettivamente stanziati: Berlino rimane il maggiore donatore europeo con un volume totale di 17,7 miliardi di euro dall’inizio della guerra; il Regno Unito ha recentemente annunciato 2,9 miliardi di euro in nuovi aiuti militari, portando i suoi impegni militari totali a 9,1 miliardi di euro. Secondo i dati dell’Istituto di Kiel, di questa somma sono stati effettivamente stanziati 4,8 miliardi di euro. Germania, Gran Bretagna e Francia sono i paesi che hanno già sottoscritto accordi bilaterali con Kiev per un supporto a lungo termine. Tra i maggiori donatori ci sono anche la Danimarca, che ha promesso fino ad ora 8,4 miliardi di euro in aiuti militari, di cui 4,5 miliardi di euro sono stati stanziati specificatamente. La Svizzera ha stanziato aiuti umanitari a Kiev per 2,3 miliardi di euro ed è tra i primi quindici donatori.

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