L’autoproclamato presidente siriano Ahmad al-Sharaa (Abu Muhammad al-Jolani) ha dichiarato all’Economist che Israele deve ritirarsi dal territorio siriano e che la presenza militare statunitense in Siria è “illegale”. È la prima volta che al-Sharaa si esprime sull’occupazione militare israeliana e statunitense da quando è arrivato al potere l’8 dicembre scorso.
Alla domanda se la Siria da lui governata stia andando verso la democrazia, al-Sharaa ha risposto: “Se democrazia significa che le persone decidono da chi saranno governate e da chi saranno rappresentate in parlamento, allora sì, la Siria sta andando in questa direzione”. Entro un mese la Siria post-Assad avrà un nuovo Consiglio dei ministri che sostituirà quello ad interim formato a dicembre scorso per un periodo transitorio di soli tre mesi, ha spiegato l’autoproclamato presidente nell’intervista all’”Economist”, affermando che “entro un mese si avrà un governo con una partecipazione ampia e variegata da parte di tutti i segmenti della società”.
I nuovi ministri, ha precisato al-Sharaa, saranno scelti in base alle “competenze e non sulla base etnica o confessionale”, aprendo implicitamente alla possibilità di vedere un prossimo potere esecutivo con ministri non solo musulmani sunniti ma anche di altre comunità. Ha inoltre affermato che “ci saranno elezioni libere e giuste”, senza precisare però i tempi di queste consultazioni. E ha ribadito la necessità di avviare l’elaborazione di una nuova Costituzione, un processo che prenderà “dai tre ai quattro anni di tempo”.
Il nuovo raìs siriano ha anche detto, per la prima volta, che ci saranno in tempi non definiti “elezioni presidenziali”.
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