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Armi nucleari, l'idea di usarle non fa breccia in Russia

Dall'inizio della guerra, si è parlato del possibile impiego di quelle tattiche ma nella Federazione gli analisti mettono in guardia sulle conseguenze e la popolazione è contraria

  • 6 agosto 2023, 07:05
  • 8 agosto 2023, 15:19
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Un missile Iskander, potenziamente dotabile di testata nucleare

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Di: Stefano Grazioli 

Da quando è scoppiato nel 2022 il conflitto in Ucraina, soprattutto a partire dalla seconda fase, dopo che la prima con il tentativo di prendere Kiev si era esaurita in poche settimane, la Russia ha agitato lo spettro dell’utilizzo di armi nucleari tattiche, nel caso dovesse difendersi da attacchi diretti sul proprio territorio che minacciassero la sovranità del paese. Dato che Mosca considera tale anche la parte di Ucraina annessa nel 2014, cioè la Crimea, e le altre regioni, o porzioni di esse, entrate a far parte della Federazione russa lo scorso settembre, vale a dire buone fette degli Oblast di Donetsk, Lugansk, Zaporizha e Kherson, la questione è diventata sempre più scottante, con l’aggiunta del fatto che a luglio armi nucleari sono state trasferite sul territorio della Bielorussia. Al di là della retorica e della propaganda, la posizione del Cremlino è comunque chiara.

Cosa dice Putin

Nel decreto nr. 355 emesso dal presidente russo già il 2 giugno del 2020 viene chiarito che la Federazione Russa considera le armi nucleari esclusivamente come deterrente, il cui uso è una misura estrema. In sostanza sono previsti quattro scenari (o loro combinazioni) in cui la Russia è pronta a usare armi nucleari, vale a dire se esistono informazioni attendibili sul lancio di missili balistici che attaccano il territorio della Federazione Russa e (o) dei suoi alleati; se il nemico utilizza armi nucleari o altre armi di distruzione di massa contro il territorio della Federazione Russa e (o) dei suoi alleati; se vengono attaccate strutture statali o militari critiche della FR, i cui danni comprometteranno le azioni di ritorsione delle forze nucleari; infine quando viene commesso un atto di aggressione contro la FR utilizzando armi convenzionali che mettono in pericolo l'esistenza dello Stato. Lo stesso Putin, lo scorso 16 giugno a San Pietroburgo ha ribadito questi concetti, specificando che “l'uso di armi è possibile quando la nostra integrità territoriale, indipendenza e sovranità e l'esistenza stessa dello Stato russo sono minacciate. Le armi nucleari vengono create per garantire la nostra sicurezza nel senso più ampio del termine e l'esistenza dello Stato russo. Ma, in primo luogo, non ce n'è bisogno e, in secondo luogo, il solo fatto che stiamo pensando a questo problema riduce la possibilità di abbassare la soglia per l'uso delle armi”.

Cosa dicono gli analisti

A Mosca, lasciando anche stare le minacce che regolarmente provengono dall’ex presidente Dmitri Medvedev, che fanno parte del gioco della propaganda, gli analisti si esprimono con molta cautela rispetto all’eventuale utilizzo di armi nucleari tattiche, ma avvertono in ogni caso che la situazione può diventare pericolosa, anche in relazione alle azioni dell’Occidente, con gli Stati Uniti in prima fila. Non mancano nemmeno le voci critiche e così Alexey Arbatov, Konstantin Bogdanov, Dmitry Stefanovich, dell’Istituto di economia mondiale e relazioni internazionali e dell’Accademia russa delle scienze hanno scritto scritto a luglio su Kommersant che “l'idea che l'uso di armi nucleari possa fermare l'escalation e risolvere problemi strategici che non potrebbero essere risolti con le forze convenzionali è altamente dubbia e molto probabilmente sbagliata. Un attacco nucleare eleverebbe il conflitto a un livello di imprevedibilità fondamentalmente diverso e moltiplicherebbe i rischi di scontro. Il “tabù nucleare” vecchio di 78 anni verrebbe infranto, e ciò innescherebbe uno shock politico e psicologico di proporzioni globali, trasmesso in diretta televisiva e su Internet in tutto il mondo. La reazione sarà incommensurabilmente maggiore e più violenta di quella di Hiroshima”.

Cosa dicono i russi

Secondo un sondaggio rappresentativo pubblicato alla fine di giugno dal sito Russianfield, circa tre quarti degli intervistati (74%) considera inaccettabile l'uso di armi nucleari se fossero necessarie per la vittoria nell'operazione militare in Ucraina. Solo il 16% lo considera accettabile, mentre il 5% lo ritiene tale nel caso di rischio di sconfitta. Stando a questi dati gli uomini russi sono leggermente più propensi a pensare che gli attacchi nucleari siano accettabili: il 20% rispetto al 12% delle donne. In relazione al grado di istruzione pare che chi abbia una laurea sia più propenso ad accettare l’utilizzo di armi nucleari per vincere la guerra rispetto a chi possiede solo la licenza elementare: 27% contro 12%. I numeri di Russianfield indicano inoltre che nel contesto della guerra e della minacce nuclear il 36% della popolazione russa ha paura o abbastanza paura per la propria sicurezza, mentre il 62% poca o nessuna.

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Telegiornale 02.08.2023, 20:00

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