E’ alta tensione in Italia tra gli alleati di Governo Lega e Movimento 5Stelle in merito al testo sul condono fiscale, con quest’ultimo che si allarga, con tanto di scudo penale, anche per i casi di riciclaggio. E scatta la denuncia shock del leader dei 5S e vicepremier Luigi Di Maio, il quale fa sapere di essere pronto ad andare direttamente in procura giovedì, poiché "al Quirinale è arrivato un testo manipolato".
Il ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico non chiarisce con chi ce l'ha, se con l'alleato leghista o con il Ministero dell'Economia, sostenendo di non sapere se la "manina" che ha riscritto il testo approvato lunedì in Consiglio dei ministri sia "politica o tecnica". Il dubbio glielo ha risolto il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il quale quasi in contemporanea replica però di non "aver mai ricevuto" il testo, che in quanto decreto legge deve essere firmato proprio dal capo dello Stato.
Agli uffici di Di Maio risulta però che "il testo sia andato al Quirinale. Se non è così - osserva - basta allora lo stralcio", precisa il politico napoletano. Ad avvalorare indirettamente il fatto che il testo ufficiale non sia mai arrivato a Mattarella è il premier Giuseppe Conte il quale da Bruxelles afferma d'aver bloccato l'invio del decreto al Quirinale "dopo essere stato informato delle criticità sulla misura", aggiungendo che quando tornerà a Roma, venerdì, risolverà tutto, visto che è stato "approvato un testo e quello deve essere.
Ma l'uscita del leader M5S irrita la Lega, che va allo scontro mentre il suo vicepremier Matteo Salvini resta silenzioso: "Noi siamo gente seria e non sappiamo niente di decreti truccati, stiamo lavorando giorno e notte su riduzione delle tasse, riforma pensionistica e chiusura dei contenziosi tra i cittadini e i servizi esattoriali", precisano esponenti leghisti in una durissima nota ufficiale.