La situazione attorno a Bakhmut è estremamente tesa: lo ha riferito oggi, martedì, lo stesso esercito ucraino facendo riferimento alla città nell’est del Paese epicentro dei combattimenti e dove, nelle ultime settimane, le truppe russe hanno guadagnato terreno, tentando di accerchiare la località.
Gli esperti sono divisi in merito alla sua importanza strategica, ma Bakhmut è comunque diventata il simbolo della lotta per il controllo della regione industriale del Donbass, tanto che il presidente ucraino Volodymyr Zelensky, durante una visita lo scorso dicembre, ha giurato di difendere la “città-fortezza il più a lungo possibile”.
Stando a Oleksandr Syrs'kyj, comandante delle forze di terra ucraine, citato dal centro stampa ufficiale dell'esercito, il gruppo paramilitare russo Wagner, i cui uomini combattono in prima linea, “ha inviato le sue unità meglio preparate per attaccare, cercando di sfondare la difesa delle nostre truppe e circondare la città".
Truppe Wagner in prima linea
Il capo di Wagner, Evgeni Prigozhin, nelle ultime settimane ha rivendicato la conquista di località intorno, soprattutto a nord: Soledar è caduta a gennaio, poi Krasna Gora a febbraio e, sabato, il villaggio di Yahidne, situato alle porte della città.
Come risultato di questa lenta spinta russa – costata migliaia di vite fra i soldati di entrambi gli schieramenti - tre delle quattro strade che permettevano agli ucraini di rifornire Bakhmut sono state tagliate, lasciando aperta solo la via che porta più a ovest a Chassiv Iar, a sud della quale i russi stanno pure cercando di avanzare.
Bakhmut prima della guerra contava circa 70'000 abitanti ma è ora ridotta a un cumulo di macerie. Il governatore della regione di Donetsk, Pavlo Kyrylenko, ha rivelato a metà febbraio che meno di 5’000 civili, tra cui circa 140 bambini, sono rimasti in città nonostante il pericolo.
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