Se anche l'Ucraina dovesse firmare il più stringente dei trattati di pace, il pericolo di un'aggressione da parte della Russia potrebbe ripresentarsi. È quindi necessario costruire uno Stato ucraino che in futuro sia in grado di difendersi: lo dice il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, in stralci di un'intervista rilasciata ai media ucraini e riportati dal sito presidenziale domenica.
Secondo Zelensky, durante il processo negoziale di Istanbul con la Russia nella primavera del 2022, nelle prime fasi della guerra, il suo Paese ha respinto, oltre alla richiesta, inesistente, di 'denazificazione', anche quella di demilitarizzazione, pretesa da Mosca. "Spiegammo che il nostro esercito deve essere in linea con quello che abbiamo, per poter difendere il nostro Stato". Infatti, prosegue il leader di Kiev, "se anche firmassimo il più stringente degli accordi, pensiamo che in un paio d'anno la Russia potrebbe riprovarci".
Il 45enne presidente ucraino ha aggiunto che tuttavia il suo Paese non può combattere tutto il tempo mentre altri Paesi si sviluppano: per questo l'Ucraina ha bisogno di precise garanzie. Deve esserci una lista di Paesi garanti, che devono accertarsi che determinati punti siano attuati. "Tutto ciò è trattato a livello di consiglieri e con i leader di Francia, Stati Uniti, Turchia, Regno Unito, Polonia, Italia, Israele e molti altri che vogliono partecipare. Ma finora - ha aggiunto Zelensky - non abbiamo ricevuto una precisa lista di garanzie e di Paesi disposti a seguirci al 100%".
A suo avviso all’Ucraina "servono singoli Paesi dai quali dipenda una politica sanzionatoria, in modo che le sanzioni siano già elaborate in profondità in anticipo. In modo tale che, appena abbiamo un sentore di una minaccia dalla Federazione russa, questi Paesi si uniscano e introducano tutte (le misure di ritorsione) in tre giorni, blocchino tutto".
Volodymyr Zelensky ha poi colto l’occasione per ricordare che "nove anni fa iniziava l'aggressione russa in Crimea. Ripristineremo la pace nella penisola. Quella è la nostra terra, la nostra gente. Riporteremo la nostra bandiera in ogni angolo dell'Ucraina". Ha poi segnalato che "il nostro intero popolo sarà il nostro grande esercito", segnalando che il suo Paese "forse non diverrà la Svizzera del futuro, ma sarà come una grande Israele, con membri dell'esercito e della guardia nazionale a protezione di sedi istituzionali, i supermercati, i cinema. Sono sicuro che il tema della sicurezza sarà il numero uno per i prossimi dieci anni", ha concluso Zelensky.
Putin: "La NATO partecipa alla guerra"
Gli ha fatto eco sul piano opposto il presidente russo Vladimir Putin, che domenica ha accusato la NATO di partecipare di fatto alla guerra, fornendo armi alle forze ucraine. In un'intervista concessa all'emittente Rossiya-1, il capo del Cremlino ha ribadito: "La NATO invia decine di miliardi di dollari di armamenti all'Ucraina. Questa è di fatto una partecipazione al conflitto".
Ha poi continuato: "Noi come Russia ci opponiamo alla costruzione di un nuovo mondo che tiene conto solo degli interessi degli Stati Uniti d'America". Putin ha affermato di non essersi mai opposto all'idea che il mondo debba cambiare e che il potenziale attuale della Federazione russa è diverso da quello che fu in passato dell'Unione Sovietica.
"Lo capiamo e siamo d'accordo che il mondo dovrebbe cambiare", ha detto il leader del Cremlino, dicendo che Mosca non si oppone mai a cambiamenti di questo tipo, pure all'ONU, e pensa a come riformarlo. Ma un'altra cosa, a suo avviso, è il mondo sottoposto "ai soli interessi di Washington".
Il dopoguerra in Ucraina
Telegiornale 25.02.2023, 20:00