Si moltiplicano in queste ore gli allarmi per la fame e l’insicurezza alimentare che regnano a Gaza. Dopo il segretario di stato americano Anthony Blinken, che ha denunciato una situazione “spaventosa e senza precedenti”, stamattina (martedì) a Ginevra, l’alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite Volker Türk ha detto che le restrizioni imposte da Israele alle forniture alimentari a Gaza potrebbero equivalere a un crimine di guerra.
“La situazione di fame e carestia è il risultato delle ampie restrizioni imposte da Israele all’ingresso e alla distribuzione di aiuti umanitari e merci”, ha dichiarato Türk, che ha inoltre biasimato il massiccio sfollamento della popolazione e la distruzione delle infrastrutture civili.
Le restrizioni, unite all’approccio di Israele a questa guerra, potrebbero “equivalere all’uso della fame come arma di guerra, che è un crimine di guerra”, ha aggiunto l’Alto Commissario.
Lunedì, l’agenzia per la sicurezza alimentare delle Nazioni Unite (IPC) ha dichiarato che più di 1,1 milioni di persone stanno affrontando una “situazione di fame catastrofica”. Il rapporto dell’IPC parla di carestia imminente nel nord del territorio e di minaccia di carestia nel sud.
RG 12.30 del 19.03.2024 - Il servizio di Michele Giorgio
RSI Info 19.03.2024, 12:56
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L’alto commissario chiede pertanto a Israele di onorare i suoi obblighi internazionali garantendo un’assistenza adeguata nella Striscia di Gaza. “Chi può spingere lo Stato ebraico a facilitare questa assistenza deve farlo”, ha affermato Volker Türk.
Da parte sua, la missione israeliana presso le Nazioni Unite a Ginevra ha replicato di aver messo in guardia per anni dalla “deviazione degli aiuti” da parte di Hamas. “Ma la questione è stata ancora una volta ignorata dall’alto commissario, che cerca nuovamente di incolpare Israele per la situazione, mentre lo Stato ebraico vuole facilitare l’assistenza in territorio palestinese”.
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