Protesta l'industria automobilistica tedesca per l'accordo raggiunto lunedì sera, in sede Europea - e sottoscritto anche da Berlino – che prevede un taglio del 37,5% in 10 anni delle emissioni di anidride carbonica (CO2) per le automobili nuove.
Secondo molto esperti, solo un drastico aumento dei veicoli elettrici può infatti contribuire ad un abbassamento sostanziale delle immissioni di CO2 nell’atmosfera, ma proprio in questo segmento le case automobilistiche tedesche non sono certo all’avanguardia. Altri paesi sono molto più avanti: in Cina, ad esempio, le automobili elettriche raggiungono già oggigiorno una quota di mercato del 3%; in Germania, invece, solo dell’1%.
Sindacati e datori di lavoro, per una volta, sono dunque concordi: l’accordo europeo sui nuovi limiti massimi alle emissioni di anidride carbonica delle automobili minaccerebbe nella sola Germania migliaia di posti di lavoro.
"Non abbiamo la tecnologia necessaria"
“Gli standard previsti sono molto, molto severi, al momento nessuno dispone delle tecnologie necessarie per ridurre in modo così massiccio le emissioni”, sostiene Bernhard Mattes, presidente dell’associazione delle industrie automobilistiche in Germania.
Gli obiettivi fissati dal Parlamento europeo e dalla Commissione sono molto ambiziosi, aggiunge il ministro dell’economia tedesco Peter Altmaier, che a Bruxelles si era battuto per una riduzione più contenuta delle emissioni.