Migliaia di giovani attivisti sono scesi in piazza a Glasgow venerdì, tra gli altri insieme alla 18enne svedese Greta Thunberg e alla 24enne ugandese Vanessa Nakate, per chiedere ai leader mondiali (riuniti da lunedì per la COP26) di fare di più - e subito - per arginare il cambiamento climatico in atto.
I rappresentanti delle nuove generazioni, arrivati anche dai Paesi meno sviluppati (Colombia, Pakistan, Brasile, Uganda, Giamaica, Argentina, Papua) hanno denunciato dal palco di George Square storie di fame, disastri naturali, omicidi politici, e accusano il Global North, cioè i Paesi ricchi, di sfruttare quelli più poveri e di non aiutarli a combattere la crisi climatica, appoggiando invece i tiranni locali. Il capitalismo degli Stati sviluppati viene accusato di essere la causa della povertà delle loro nazioni.
Vanessa: "Dall'Africa il 3% delle emissioni, ma soffre il peso maggiore della crisi climatica"
"Quanto dovrà passare prima che i leader delle nazioni capiscano che la loro inazione distrugge l'ambiente? Siamo in una crisi, un disastro che avviene ogni giorno. L'Africa è responsabile del 3% delle emissioni storiche, ma soffre il peso maggiore della crisi climatica. Ma come può esserci giustizia climatica se non ascoltano i Paesi più colpiti? Noi continueremo a lottare", ha detto Vanessa Nakate.
Le delegazioni presenti in Scozia per la conferenza sul clima delle Nazioni Unite hanno già promesso una serie di interventi sul carbone, la deforestazione e la riduzione delle emissioni di metano, ma attivisti come Vanessa e Greta sostengono che queste promesse non sono sufficienti.
Greta: "La COP26 è un fallimento, parole vuote e bla bla bla"
"E' chiaro a tutti che la CoP26 è un fallimento". Così Greta dal palco di Glasgow, accusando i leader e i potenti del mondo di "sapere bene" ciò che stanno facendo: "bei discorsi" per nascondere "parole vuote e bla bla bla". La giovane attivista svedese denuncia la conferenza sul clima scozzese come quella che ha "escluso di più" le voci dal basso; dice che non si può affrontare la minaccia del cambiamento climatico "con gli stessi metodi" che hanno portato il mondo a doverla affrontare e accusa i delegati di far leva su "cavilli e statistiche incomplete" per salvaguardare "il business e lo status quo."
Molti striscioni esprimono la crescente esasperazione dei giovani contro quelle che ritengono essere solo promesse, fatte per dilazionare nel tempo le decisioni che andrebbero invece prese immediatamente, mentre gli esperti, con un rapporto dietro l'altro, avvisano che il Pianeta è avviato verso il disastro, a meno che non vengano prese subito misure drastiche per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
"Se tu fossi più intelligente, sarei a scuola"
"A te non importa, a me sì", dice un cartello. "Se tu fossi più intelligente, sarei a scuola", è scritto su un altro, in riferimento al movimento "sciopero della scuola per il clima" lanciato da Greta Thunberg nel 2018 e che le ha attirato le critiche feroci di conservatori e clima-scettici.
"Questa non è più una conferenza sul clima. È un Festival del greenwashing dell'emisfero Nord. Una celebrazione del business as usual", aveva twittato giovedì l'attivista svedese.
Gli esperti: "Aumento della temperatura oltre 1,5°C? Sarà la catastrofe"
Ritardata di un anno a causa della pandemia, la COP26 deve mantenere viva la speranza di riuscire a limitare l'aumento della temperatura globale a 1,5°C sopra i livelli preindustriali, temperatura oltre la quale gli effetti del cambiamento climatico, secondo gli scienziati, diventeranno catastrofici.
Gli impegni presi finora - se pienamente attuati - potrebbero limitare il riscaldamento globale a 1,8°C, ha detto giovedì il capo dell'Agenzia internazionale dell'energia, Fatih Birol. Ma questa valutazione è stata considerata eccessivamente ottimistica da diversi negoziatori dell'ONU.