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Charlie Hebdo: “La voglia di ridere non morirà mai!”

A 10 anni dalla strage jihadista del 7 gennaio 2015 che decimò la redazione, il settimanale satirico pubblica un’edizione speciale - Commemorazioni pubbliche e solidarietà internazionale

  • Ieri, 11:16
  • Ieri, 11:50
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La copertina dell'edizione speciale di Charlie Hebdo per commemorare il decimo anniversario della strage

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Di: ATS/Reuters/AP/M. Ang. 

“La satira possiede una virtù che ci ha aiutato ad attraversare questi anni tragici: l’ottimismo. Se abbiamo voglia di ridere, significa che abbiamo voglia di vivere”, lo scrive Riss, il direttore di Charlie Hebdo, nell’editoriale pubblicato sul settimanale satirico in edicola oggi (martedì), un numero speciale di 32 pagine, con un titolo in prima pagina che dichiara di essere “a prova di foratura” a 10 anni dalla strage jihadista del 7 gennaio 2015 che decimò la redazione in rue Nicolas-Appert, nel cuore di Parigi.

Una delle tante tappe sul percorso del terrore tracciato dall’integralismo islamico che ha scosso il Paese, l’Europa, il mondo e che la Francia commemora martedì con il presidente Emmanuel Macron e la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, per rendere omaggio alle vittime di Charlie (12 persone, otto tra giornalisti e disegnatori, un ospite del giornale, un addetto alla manutenzione dell’edificio e due agenti, tutti uccisi dai fratelli Chérif e Saïd Kouachi, francesi di origine algerina che avevano giurato fedeltà ad al Qaida) e a quelle dell’Hypercacher, un negozio kosher a Porte de Vincennes (4 ostaggi uccisi, tutti cittadini francesi di religione ebraica, per mano del terrorista Amedy Coulibaly che aveva in precedenza ucciso anche una poliziotta). I tre terroristi, lo ricordiamo, vennero poi uccisi nei rispettivi scontri a fuoco con le forze speciali (Coulibaly nel supermercato e i fratelli Kouachi, in una tipografia dove si erano rifugiati).

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Parigi: la polizia davanti all'Hyper chacher, nel 2015

Il giornale anarchico e anticlericale, nato nel 1970 dalle ceneri della rivista Hara-Kiri, era stato bersaglio di minacce jihadiste dopo la pubblicazione delle caricature del profeta Maometto nel 2006. Tra le vittime dell’attentato anche il suo direttore che era una figura simbolo della pubblicazione, il fumettista Charb, così come due leggende della caricatura in Francia, Cabu e Wolinski.

Nell’editoriale di oggi, l’attuale direttore, Riss, ripercorre l’ultimo decennio, segnato “dall’aggravarsi della situazione geopolitica”. “Le risate, l’ironia, le caricature - aggiunge il successore di Charb - sono manifestazioni di ottimismo. Qualsiasi cosa accada di drammatico o felice, la voglia di ridere non scomparirà mai’‘.  “La voglia di ridere è un aspetto della natura umana. Tutti hanno voglia e bisogno di ridere. Abbandonare la satira, significa abbandonare una parte di umanità”, ha poi detto Riss, intervistato ai microfoni di France Inter. “L’ironia e la satira sono universali. All’estero, ci sono ancora persone che ‘sono Charlie’. Ovunque nel mondo, delle persone capiscono cosa significhi Charlie’”.

A dieci anni dall’attentato, il numero speciale di Charlie Hebdo affronta in particolare il tema ‘”Ridere di Dio’” attraverso una quarantina di vignette e caricature tra centinaia di proposte selezionate nell’ambito di un concorso internazionale. Nell’edizione speciale, scrive l’agenzia France Presse, Charlie Hebdo si dice “indistruttibile, non può morire”. In prima pagina, un lettore seduto sulla canna di un fucile d’assalto che legge, divertito, questo numero definito “storico”.

Gli attentati del 2015 ispirarono lo slogan “Je suis Charlie” (Io sono Charlie) quando, l’11 gennaio di allora per le strade di Parigi, insieme ai cittadini commossi e indignati, sfilarono le autorità francesi insieme a decine di capi di Stato e di governo provenienti da tutto il mondo. Dieci anni dopo gli eventi e un doloroso processo ai complici degli assassini, che non ha fornito tutte le risposte sperate, Charlie Hebdo “è ancora qui”, proclama Riss.

La prima edizione dopo gli attentati del 2015

La prima edizione dopo gli attentati del 2015

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Oggi la Francia ricorda la strada con le commemorazioni in rue Nicolas-Appert (dove nel 2015 aveva sede Charlie Hebdo), in boulevard Richard Lenoir, dove il poliziotto Ahmed Merabet fu ucciso dai fratelli Kouachi in fuga e davanti al negozio Hypercasher a Porte de Vincennes, ma il Paese non è solo a ricordare la strage. La presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen, ha scritto sui social network che: “Gli uomini e le donne di Charlie Hebdo sono stati uccisi per ciò che rappresentavano. I valori della Francia e dell’Europa. La libertà di espressione. La democrazia. Il pluralismo. Onoriamo la loro memoria. E lottiamo senza sosta contro il terrorismo e il fondamentalismo religioso”. Da parte sua la Germania condivide “il dolore dei nostri amici francesi”, ha sottolineato martedì il cancelliere Olaf Scholz sui social network. Il “barbaro attacco” “era rivolto ai nostri valori condivisi di libertà e democrazia - non lo accetteremo mai”, ha aggiunto.

04:46

Notiziario

Notiziario 07.01.2025, 11:00

Charlie Hebdo “incarna una lotta per la libertà”, ha sottolineato martedì alla radio franceinfo Fabrice Nicolino, membro superstite della redazione del 7 gennaio 2015. Ha poi descritto una redazione ora protetta da “una grande porta di metallo”, una “stanza brulicante di poliziotti” e una “panic room” in caso di attacco.

Oltre a Charlie Hebdo in edicola, diversi quotidiani francesi dedicano le loro prime pagine al decimo anniversario dell’attentato: “Liberté, Liberté Charlie!” titola Libération, mentre Le Figaro si preoccupa che la Francia sia “ancora sotto la minaccia dell’islamismo”. “La minaccia terroristica non è mai stata così presente”, ha dichiarato il ministro dell’Interno Bruno Retailleau a Le Parisien, mentre l’ombra di una matita e di una gomma con un foro di proiettile ha disegnato un “10” sulla prima pagina di La Croix.

Secondo un sondaggio Ifop condotto nel giugno 2024 e pubblicato da Charlie Hebdo, il 76% dei francesi ritiene che “la libertà di espressione sia un diritto fondamentale” e che “la libertà di caricatura sia uno di questi”. “Oggi i valori di Charlie Hebdo, come l’umorismo, la satira, la libertà di espressione, l’ecologia, la laicità e il femminismo, solo per citarne alcuni, non sono mai stati così in discussione (...) Forse perché è la democrazia stessa a essere minacciata da rinnovate forze oscurantiste”, ha dichiarato Riss. Ma, sottolinea, “la satira ha una virtù che ci ha aiutato a superare questi anni tragici: l’ottimismo”.

Il nostro inserto speciale per ricordare le stragi

Per ricordare quanto successe dieci anni fa, sul nostro sito www.rsi.ch è presente uno speciale gran formato digitale con ricostruzioni, racconti, testimonianze e tutte le immagini di allora. 

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Charlie Hebdo, 10 anni dopo

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