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"Ci ritiriamo", anzi no

Crisi fra Stati Uniti e Iran, confusione per una lettera inviata per errore: il Pentagono smentisce l'addio all'Iraq

  • 7 gennaio 2020, 08:07
  • Ieri, 20:16
01:30

RG 07.00 del 07.01.2020 La corrispondenza di Alberto Zanconato

RSI Info 07.01.2020, 08:05

  • keystone
Di: pon/AFP/AP 

"Gli Stati Uniti prevedono un riposizionamento delle loro truppe in Iraq ma non è stata presa alcuna decisione riguardo a un ritiro": così alla stampa il segretario di Stato alla difesa Mark Esper, dopo la diffusione di una lettera trasmessa lunedì in cui Washington "nel rispetto della decisione irachena" annunciava che le sue truppe avrebbero lasciato il paese mediorientale. Si trattava solo di un progetto di missiva a nome del generale William Seely, comandante delle forze sul posto, autentico ma che non era stato firmato e non avrebbe dovuto essere spedito, è stata la spiegazione.

01:21

RG 08.00 del 07.01.2020 La corrispondenza di Emiliano Bos

RSI Info 07.01.2020, 10:05

  • keystone

Il testo ha provocato confusione in una situazione di estrema tensione, nel giorno in cui milioni di iraniani, secondo le stime della televisione di Stato, hanno invaso le strade di Teheran per piangere il generale Qassem Soleimani, ucciso da un drone statunitense all'aeroporto di Baghdad. La bara è stata quindi trasferita a Qom e una folla si è riunita martedì a Kerman, sua città natale, per la sepoltura.

02:21

L’Iran piange Soleimani, ma non uccide l’accordo sul nucleare

Telegiornale 06.01.2020, 21:00

Il Pentagono, dopo il segretario di Stato Mike Pompeo, ha di fatto contraddetto il presidente Trump anche sulla minaccia di colpire in futuro anche siti culturali, il che costituirebbe un crimine di guerra, tanto che Teheran ha subito evidenziato il parallelo con quanto commesso dallo Stato islamico in Siria. Gli Stati Uniti rispetteranno le norme internazionali, ha fatto sapere. Sono 24 i siti iraniani protetti dall'UNESCO, dalle rovine di Persepoli alla mosche di Isfahan.

Il Parlamento iraniano ha votato martedì una risoluzione in cui bolla tutte le forze statunitensi come "terroriste". La prevedibile vendetta iraniana alla morte di Soleimani -il Supremo consiglio di sicurezza ha valutato 13 scenari- preoccupa e preoccupa anche la possibilità di un'ulteriore escalation. I capi della diplomazia dell'Unione Europea si incontrano martedì per discuterne. Nel frattempo Teheran ha già annunciato di sottrarsi a nuovi obblighi contenuti nell'accordo sul nucleare concluso nel 2015 ma denunciato in seguito dall'amministrazione Trump che ha reintrodotto pesanti sanzioni. In futuro non limiterà più l'arricchimento dell'uranio, ma continua tuttavia a muoversi con prudenza e a lasciare spiragli aperti, permettendo volontariamente le ispezioni degli esperti internazionali del'AIEA.

02:35

RG 07.00 del 07.01.2020 L'intervista di Chiara Savi a Paolo Cotta Ramusino, segretario generale di Pugwash, associazione non governativa internazionale di fisici ed intellettuali contro la proliferazione nucleare

RSI Info 07.01.2020, 08:34

  • Wikimedia Commons

Via una parte dei tedeschi

Se i soldati statunitensi non lasceranno l'Iraq, lo farà invece una parte delle forze tedesche: a causa delle tensioni nella regione, la Germania ha annunciato il trasferimento in Kuwait e Giordania di una parte del suo contingente, composto da un centinaio di uomini e impegnato in compiti di formazione. I soldati italiani, una cinquantina di carabinieri, secondo quanto scrive La Stampa hanno invece lasciato nella notte una base statunitense a Baghdad ripetutamente bersagliato con razzi negli ultimi due giorni. Sono stati trasferiti in una base ritenuta più sicura, sempre nel paese.

La crisi fra Iran e Stati Uniti ha spaventato le borse e avuto ripercussioni sul prezzo del petrolio e dell'oro, tradizionale bene rifugio: prima di leggere frenate nelle ultime ore, il primo aveva guadagnato il 6% e il secondo toccato livelli che non raggiungeva dal 2013.

Per saperne di più

La puntata di Modem Medioriente infuocato con le considerazioni, le analisi e le spiegazioni di Francesca Caferri (inviata di Repubblica in Libano), Pejman Abdolmohammadi (professore di storia del Medioriente all’Università di Trento), Alberto Zanconato (giornalista ANSA esperto di Iran) e il corrispondente della RSI a Washington Emiliano Bos.

02:39

Iraq, soldati italiani in ritirata

Telegiornale 07.01.2020, 21:00

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