Una mobilitazione di massa pacifica, con milioni di persone, per chiedere ai leader del pianeta azioni concrete e tempestive per limitare il surriscaldamento della terra. È quella organizzata dai giovani in tutto il mondo sabato, con manifestazioni in oltre 250 città (in concomitanza con la COP 26, la conferenza in corso a Glasgow), in occasione del Global Day for Action for Climate Justice, l’iniziativa ambientalista che ha raccolto l’adesione di moltissime associazioni e movimenti, non solo ecologisti in tutto il globo: dai giovani di Fridays for Future, guidati da Greta Thunberg, alle comunità indigene, dai sindacati ai gruppi femministi.
Manifestazioni per il clima in 250 città
Telegiornale 06.11.2021, 21:00
Anche a Losanna centinaia di persone si sono unite nella protesta contro l’emergenza climatica, in una giornata caratterizzata da una mobilitazione globale per la tutela dell’ambiente da Sydney a Bruxelles, passando per Istanbul e Copenaghen. Giovani e giovanissimi hanno manifestato contro i risultati, giudicati fallimentari, del vertice internazionale sul clima, in corso a Glasgow. La giornata dell’azione per la giustizia climatica si è cosi’ trasformata in una protesta di massa decentralizzata, su scala internazionale, che ha visto sfilare per le strade ambientalisti e non solo.
La manifestazione a Losanna
A Londra il corteo, rumoroso e pacifico, ha sfilato dalla sede della Bank of England, simbolo dell'establishment finanziario e dello status quo, fino a Trafalgar Square. Tra canti e cartelli, con slogan fortemente critici all’indirizzo dei leader del pianeta, accusati di non fare abbastanza. Istanze analoghe a quelle emerse dalla piazza di Parigi, che ha invocato azioni concrete e tempestive per salvare il pianeta a beneficio delle generazioni future. Epicentro della protesta, con oltre 200'000 partecipanti, Glasgow, dove lunedì riprenderanno i lavori della Cop26.
L'attivista Vanessa Nakate
"Insieme siamo forti, e possiamo far sì che il cambiamento avvenga". L'attivista Vanessa Nakate (la giovane attivista ugandese seconda solo a Greta per popolarità) riassume così, alla fine della giornata, il senso della Marcia per il clima che Fridays for Future ha organizzato oggi a Glasgow. Tutti insieme i manifestanti hanno voluto dire che non si fidano più delle promesse dei leader politici per risolvere la crisi climatica, e che solo la mobilitazione dal basso può costringere chi ha il potere ad agire.
Greta Thunberg oggi ha sfilato, ma ha preferito non parlare. Quello che aveva da dire ("La Cop26 è un fallimento, solo bla bla bla"), lo aveva detto ieri, allo Sciopero del clima, sempre a Glasgow.
Greta Thunberg
Oggi per Fridays for Future è stato il momento della grande mobilitazione, la giornata in cui far vedere quanta gente riesce a muovere, quanto consenso popolare ha. In contemporanea con Glasgow, in tutto il mondo si sono tenute manifestazioni, che hanno raccolto in tutto milioni di persone.
A Glasgow forte la presenza dei sindacati locali, delle rappresentanze dei Paesi meno sviluppati, delle comunità indigene, dei gruppi di sinistra. La scelta recente di Fridays for Future è quella di dare voce ai Paesi poveri, più colpiti dalla crisi climatica. E questo ha dato una forte colorazione terzomondista e anti-capitalista al movimento.
La manifestazione di Glasgow
"Il tempo è scaduto"
Stuart, canadese della Landworkers' Alliance (Alleanza dei lavoratori della terra) lancia il suo messaggio alla Cop26, che oggi dedica la giornata alla natura e all'uso della Terra: "Ai leader della COP dico: prendete decisioni che aiutino gli agricoltori a combattere il cambiamento climatico. Il tempo è scaduto".
"La lotta al cambiamento climatico è anche lotta al colonialismo, al fascismo e all'imperialismo"
Sul palco di Green Park salgono attivisti dei Paesi meno sviluppati e delle comunità indigene. La speaker dice "la lotta al cambiamento climatico è anche lotta al colonialismo, al fascismo e all'imperialismo", e una cantante cilena attacca una canzone che inneggia a "Latino America, Palestina, internazionalismo". Una attivista indigena dell'Amazzonia dice "stanno distruggendo la foresta e uccidendo le persone. Noi indigeni siamo i portavoce della Madre Terra. E' il momento di riprenderci il mondo e ricostruire la solidarietà. E' il momento di riforestare le nostre menti e i nostri cuori". E conclude con lo slogan sentito tante volte in questi giorni a Glasgow: "Fuori Bolsonaro genocida".
Conclude Vanessa Nakate: "Le parole dei leader non sono accompagnate dai fatti, basta con questi vertici senza significato, servono azioni concrete, e servono adesso". E aggiunge: "Insieme siamo forti, e possiamo far sì che il cambiamento avvenga. Un altro mondo è possibile".
In 250 città si manifesta contro il surriscaldamento
Telegiornale 06.11.2021, 13:30