Gli australiani sono stati i primi a scendere in piazza in occasione del Global Day for Action for Climate Justice, un’iniziativa ambientalista che ha raccolto l’adesione di moltissime associazioni e movimenti, non solo ecologisti in tutto il mondo: dai giovani di Fridays for Future, guidati da Greta Thunberg, alle comunità indigene, dai sindacati ai gruppi femministi.
In oltre 250 città (da Brisbane a Eureka sulla costa occidentale degli Stati Uniti, passando per Istanbul, Berlino, Parigi, Lisbona, Londra, Nairobi e Città del Messico) sono previste manifestazioni di protesta per denunciare la crisi ambientale e contro il surriscaldamento del pianeta. L'appuntamento principale si terrà a Glasgow che fino a venerdì 12 novembre ospita la COP26, la conferenza dell’ONU sui cambiamenti climatici. La polizia si aspetta la partecipazione di circa 50'000 persone.
Ad inaugurare la giornata d’azione mondiale sono stati migliaia di attivisti australiani riuniti a Sydney e a Melbourne. Bersaglio della loro protesta il primo ministro Scott Morrison che la settimana scorsa si è rifiutato di sottoscrivere l’impegno internazionale per la riduzione delle emissioni di metano, così come del consumo di carbone.
I manifestanti hanno chiesto al premier un cambio di passo nella transizione ecologica, fissando per il 2030 il termine ultimo per passare al 100% alle energie rinnovabili.