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Controffensiva ucraina, a che punto siamo?

Le strategie di Kiev e Mosca restano misteriose, ma le perdite di uomini, al di là della propaganda, sono finora state enormi - Le armi in campo basteranno a cambiare i rapporti di forza?

  • 4 maggio 2023, 09:34
  • 20 novembre, 11:23
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Un tiratore scelto ucraino nei pressi di Bakhmut

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Di: Stefano Grazioli 

Mentre proseguono gli attacchi dal cielo su entrambi i fronti, tra l’Ucraina che prende di mira con maggiore frequenza la Crimea e la Russia che ha ricominciato con i bombardamenti strategici a distanza, le voci dell’ormai annunciata controffensiva di Kiev si sono fatte più concrete. I mesi invernali sono stati sostanzialmente di stallo, dopo che a settembre e a novembre le truppe ucraine avevano recuperato alcuni territori a nord-est, nella zona che da Kharkiv scende verso il Donbass, dove quelle russe avevano ceduto improvvisamente, e al sud, a Kherson, dove il ripiegamento dell’esercito di Mosca si era svolto in maniera ordinata sulla riva sinistra del Dnipro.

La situazione

Davanti alla Crimea i russi hanno costruito imponenti opere di difesa, in un’area difficile da proteggere e che allo stesso tempo espone molto chi vuole avanzare. Sulla linea del fronte tra gli Oblast di Luhansk e Donetsk i combattimenti sono andati avanti soprattutto nelle cittadine di Bakhmut, Adviika, Mariinka e Vuledar, sulla cintura che circonda Donetsk, ma con spostamenti quasi impercettibili. Le perdite su entrambi i lati sono state enormi, al di là dei numeri della propaganda tra Mosca e Kiev.

Più in generale i comandi militari russi e ucraini hanno sfruttato l’inverno per ragionare sui piani di attacco e di difesa, recuperare capacità offensiva, uomini e mezzi, in attesa della primavera. Dopo il disgelo e il ritorno al terreno duro e compatto, con la possibilità ritrovata dei mezzi più pesanti di muoversi in velocità, è dunque arrivato il momento della nuova campagna.

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Ucraina, l'offensiva russa prosegue

Telegiornale 02.05.2023, 20:00

La propaganda

Da una parte la controffensiva che tutti in Occidente si aspettano è quella ucraina, con la leadership di Kiev che ha l’obbiettivo dichiarato di riprendere il controllo dei territori perduti, non solo quelli dall’inizio dell’invasione russa su larga scala, ma pure quelli conquistati da Mosca già nel 2014, Donbass e Crimea. Dall’altro, il Cremlino ha ribadito che quella che è ancora chiamata operazione speciale continuerà fino a che saranno raggiunti gli obbiettivi, in realtà mai chiariti in maniera dettagliata.

Le strategie di Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky sono sempre e comunque avvolte da una cortina fumogena, dalla cosiddetta nebbia della guerra, dalla disinformazione pianificata, per cui dichiarazioni e annunci devono essere poi verificati sul campo: per ora le parole più chiare le hanno dette il capo della compagnia russa Wagner, Evgeni Prigozhin, secondo il quale la controffensiva ucraina potrebbe iniziare verso metà maggio, e il ministro della Difesa ucraino Oleksii Reznikov, per cui ormai adesso è tutto pronto per cominciare l’offensiva.

Le ipotesi

Gli attacchi di Kiev potrebbero venire lungo due direttrici, quella da nordest verso il Donbass, con lo scopo di trasformare la resistenza attuale in un assalto a sorpresa, come accaduto nell’autunno del 2022, e quella dal fronte meridionale verso la Crimea: in questa zona, tra Zaporizha e Kherson, le truppe ucraine potrebbero provare a mettere un cuneo per dividere in due la regione sotto il controllo di Mosca e procedere poi su due fronti.

Al di là delle speculazioni però va evidenziato che al momento si sa ancora poco di quale sia la reale forza sia dell’Ucraina in attacco che quella in difesa della Russia, se cioè le forniture di armi occidentali saranno sufficienti per fare breccia tra le linee russe che si sono rafforzate. Come in ogni guerra, i piani nascono in un modo e vanno a finire in un altro, a seconda delle fasi: se all’inizio del conflitto Putin ha dovuto rivedere l’ipotesi di un Blitzkrieg, ora Zelensky dovrà fare i conti in ogni caso con la realtà, che potrà essere diversa da quella immaginata di una vittoria entro quest’anno. La guerra nel Donbass è cominciata in piccolo nel 2014 e si allargata solo dallo scorso anno.

I dubbi

Le prossime settimane porteranno quindi chiarezza sul campo, visto che la politica, volutamente, poco aiuta ad anticipare gli avvenimenti: quello che è certo è in ogni caso che l’Ucraina potrà avere successo solo grazie al sostegno degli Stati Uniti, che trainano Unione Europea e Paesi del G7, dove da un lato l’appoggio economico e politico è indiscusso, dall’altro a livello militare sono stati espressi più volte dubbi sulla possibilità di una vittoria completa, con la Russia costretta ad abbandonare Donbass e Crimea.

In questo contesto si sono inserite le voci scettiche del Pentagono sulla liberazione della penisola sul Mar Nero in tempi brevi e la vicenda dei leaks che avrebbero fatto cambiare i piani di Kiev. Con la possibilità che anche tutto questo faccia parte alla fine del grande gioco della "disinformazia". La controffensiva ucraina prima o poi comincerà, ma non si sa ancora come andrà a finire.

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