"Oggi abbiamo per la prima volta, dopo molti giorni dove la tensione è cresciuta, assistito a una serie di sviluppi che inducono a un cauto ottimismo, espressione che è usata da un po' tutti i protagonisti". Lo ha dichiarato, in un'intervista alla RSI, il vicepresidente dell'Istituto affari internazionali di Roma Ettore Greco.
"Abbiamo assistito sia a un rientro delle truppe russe dai confini, che però deve essere ancora confermato da parte NATO, sia da alcuni spiragli negoziali, stando appunto alle dichiarazioni dei protagonisti", ha aggiunto l'esperto di geopolitica.
Questo pomeriggio il ministro degli esteri russo Sergej Lavrov ha incontrato i vertici dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa. Che ruolo potrebbe giocare questo ente?
"In una prospettiva di medio periodo, l'OCSE potrebbe essere un forum importante per riprendere l discorso sul cosiddetto nuovo assetto di sicurezza in Europa che naturalmente dovrebbe, secondo le richieste russe, dare alcune sicurezze aggiuntive a Mosca. Naturalmente sempre che poi la Russia rinunci ad azioni militari, questo è il presupposto per tutto il resto".
L'apparente abbassamento dei toni da parte russa cosa dice del fronte occidentale?
"Fino a questo momento, il tentativo di Putin di dividere gli occidentali, in particolare gli americani dagli europei, sembra essere fallito, e questa è una delle ragioni per cui oggi abbiamo qualche prospettiva in più di risolvere la crisi".
Recentemente il Cremlino ha detto che per risolvere la crisi è fondamentale ripartire dagli accordi di Minsk, che riconoscono una certa autonomia da Kiev alle province separatiste ucraine del Donbass, accordi mai entrati in vigore. Potrebbe essere la volta buona?
"Tutte le parti continuano a riconoscere gli accordi di Minsk. Il problema è che la sequenza delle varie azioni che sono previste non è interpretata allo stesso modo dalle varie parti".
Il parlamento di Mosca vuole riconoscere queste provincie come indipendenti, proposta contraria agli accordi di Minsk. Come si pone Putin rispetto a questo?
"Questa è un'arma di riserva per Putin, e al tempo stesso naturalmente ha anche un effetto un po' propagandistico anche all'interno. In una situazione nella quale sembrerebbe che Putin prenda in considerazione il fatto di ritirarsi, di ripiegare, è chiaro che servono anche questi gesti simbolici, per attenuare l'effetto di questo ripensamento, o almeno che appare tale al momento".