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Diplomatici russi espulsi

Gli USA annunciano l'allontanamento di 60 funzionari. Canada, Ucraina e 14 Stati dell'UE seguono l'esempio

  • 26 marzo 2018, 17:25
  • 23 novembre, 02:04
L'ambasciata russa a Varsavia

L'ambasciata russa a Varsavia

  • reuters

Gli Stati Uniti hanno annunciato lunedì l'espulsione di 60 diplomatici russi nel quadro di un'azione coordinata tra i paesi occidentali, in risposta all'avvelenamento in Inghilterra dell'ex agente russo Sergei Skripal.

La Germania, la Francia, l'Italia, la Polonia, la Danimarca, e altri paesi europei, oltre a Canada e Ucraina, hanno comunicato misure analoghe. "Come seguito di quanto deciso al vertice UE della settimana scorsa, in risposta all'attacco di Salisbury, oggi già 14 Stati membri hanno deciso di espellere diplomatici russi", ha dichiarato il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk.

I 17 Paesi che hanno deciso di espellere i funzionari russi

I 17 Paesi che hanno deciso di espellere i funzionari russi

  • RSI/pixel

Un alto responsabile dell'amministrazione statunitense ha indicato che 48 noti agenti del consolato russo di Seattle e altri 12 attivi nella missione russa dell'ONU hanno sette giorni per lasciare la nazione.

La reazione della Russia

Il Cremlino si è detto "dispiaciuto" per la decisione, considerata un atto di "provocazione e inimicizia", e accusa i paesi occidentali di seguire ciecamente gli alleati britannici. Il portavoce di Putin, Dmitri Peskov, citato dalla Tass, ha poi dichiarato che "studieremo la situazione e il ministero degli Esteri sottoporrà le sue proposte più avanti".

L'esultanza di Londra

Il Governo britannico, dal ministro degli esteri Boris Johnson a quello della difesa Gavin Williamson, esulta per le espulsioni. In particolare Johnson twitta: "La straordinaria risposta internazionale dei nostri alleati rappresenta la più grande espulsione collettiva di agenti dell'intelligence russa nella storia e ci aiuterà a difendere la nostra sicurezza. La Russia non può violare impunemente le norme internazionali".

La premier Theresa May si limita da parte sua a manifestare sobriamente apprezzamento per le decisioni degli alleati, "un segnale" nei confronti di Mosca. Mentre sulla stessa linea polemica di Johnson, è il titolare della difesa, Gavin Williamson, secondo il quale "la pazienza del mondo si sta assottigliando" e l'appoggio internazionale nei confronti di Londra "è in sé una sconfitta per il presidente Putin".

La posizione della Svizzera

Il Dipartimento federale degli affari esteri ha comunicato la sua ferma condanna all’utilizzo di armi chimiche, contrario al diritto internazionale e si augura che le indagini possano proseguire.

“È di fondamentale importanza che le autorità britanniche, compresa l'Organizzazione per la proibizione delle armi chimiche (OPCW), indaghino su questo crimine e sull'origine della sostanza - si legge nella dichiarazione – Prima che la Svizzera possa trarre conclusioni in merito, occorre attendere il risultato dell’inchiesta. In particolare vanno sostenute le istituzioni che chiariscono i fatti in modo indipendente”.

Il "casus belli"

Mosca è accusata di aver avvelenato il 4 marzo scorso l'ex agente "doppiogiochista" russo Sergei Skripal (66 anni) e la figlia Yulia (33 anni) tramite una neurotossina a Salisbury, in Inghilterra. Ebbero un malore su una panchina e vennero trasportati in ospedale in uno stato di grave avvelenamento da gas nervino. Entrambi sono andati in coma.

Il caso Skripal

"Questa è un'indagine seria e importante, seguita da oltre 250 agenti anti-terrorismo britannici ", aveva dichiarato il ministro dell'Interno Amber Rudd, dopo la seconda riunione di emergenza del comitato "Cobra" convocato dal Governo.

ATS/Bleff

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