Occidente e Russia sono impegnati in una guerra di propaganda riguardo al conflitto in Ucraina che li farà per forza vincere nei rispettivi campi, con un ruolo dei media dei due schieramenti che in pratica non è molto diverso: è l'opinione del celebre intellettuale americano Noam Chomsky.
"Dalla prima guerra mondiale, i governi influenzano l'opinione pubblica dei loro paesi, ma anche di quelli con cui sono in guerra, con campagne di propaganda mirate e cercano di influenzare anche l'opinione pubblica internazionale", ricorda il linguista e attivista politico in un'intervista pubblicata oggi dalla Weltwoche. "Essenzialmente, la propaganda - sia essa diffusa attraverso i media controllati dallo stato o da quelli privati - si basa su tecniche di manipolazione dell'opinione pubblica. Poggia su informazioni incomplete o fuorvianti, bugie o inganni. Durante la seconda guerra mondiale, ad esempio, sia i nazisti che gli alleati hanno investito molto in operazioni di propaganda. Questo faceva parte dei loro sforzi per vincere la guerra".
"Praticamente in ogni conflitto entrambe le parti - e nel caso di una guerra mondiale, tutte le parti - sostengono che solo la loro posizione è assolutamente giusta e vera. Ovviamente, questo non può essere corretto, perché la vita non è così semplice", argomenta il 94enne. "Guardate alle notizie da Mosca, in cui si afferma che il conflitto in Ucraina è una guerra difensiva contro l'aggressione occidentale: come in passato, l'Occidente sta ancora una volta cercando di distruggere la Russia, viene detto. Non è il caso di discutere se questa affermazione sia giusta o sbagliata. Ma è sempre più difficile guardarsi in modo critico, mentre è sempre più facile guardare l'altro e dire quanto sia ridicolo e terribile".
"Alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco di Baviera, alla fine di febbraio, si è potuto notare come la posizione occidentale viene percepita dagli altri: l'Occidente era quasi completamente isolato", osserva l'esperto di comunicazione. "Quando gli stati dell'America Latina, dell'Africa o dell'Asia sentono dire che l'Occidente difende i diritti alla libertà e alla pace dei loro paesi questo viene percepito come ridicolo, per ragioni che sono ovvie".
In Occidente l'attuale guerra dell'informazione sarà vinta dall'Ucraina, non c'è dubbio alcuno, prosegue l'intellettuale che si è fatto fra l'altro un nome nell'ambito della filosofia, della logica, della psicologia e della matematica, pubblicando circa 150 libri ad ampio spettro. "Come al solito, i media occidentali sostengono la posizione del proprio stato. Ma si potrebbe anche chiedere se Putin sta vincendo la guerra dell'informazione in Russia: certo che sì. Nella sua nazione, dopo tutto, può imporre la sua visione delle cose con la forza. In Occidente, invece, i media si sottomettono volontariamente al potere dello stato. Visti sotto questa luce, i media in Occidente e in Russia non sono poi così diversi".
Ma in Ucraina - chiedono gli intervistatori della testata zurighese - non è in corso una guerra tra una democrazia sostenuta dagli Stati Uniti e la dittatura russa? "Usciamo dalla bolla della propaganda, per favore", risponde Chomsky. "Gli Stati Uniti hanno sistematicamente minato e distrutto le democrazie negli ultimi decenni. Se volete degli esempi: in Iran nel 1953, in Guatemala nel 1954, in Cile nel 1973, solo per citarne alcuni. E ora dovremmo improvvisamente onorare e ammirare il presunto enorme impegno di Washington per la sovranità e la democrazia?"
Secondo Chomsky il presidente russo Vladimir Putin "è un dittatore, un cleptocrate e ora è anche colpevole di aggressione criminale". "Tuttavia, la questione principale è perché Putin ha attaccato l'Ucraina. Ci sono due modi per rispondere. Il primo, che domina in Occidente, è quello di scandagliare le profondità della mente contorta di Putin e cercare di scoprire cosa sta succedendo nel profondo della sua psiche". Il secondo approccio è invece guardare ai fatti. "Ad esempio, nel settembre 2021 gli Stati Uniti hanno rilasciato una dichiarazione in cui auspicavano una maggiore cooperazione militare con l'Ucraina e la fornitura di armi militari moderne. Questo, ovviamente, faceva parte di un programma allargato per preparare l'adesione dell'Ucraina alla Nato. Per trent'anni la leadership russa ha chiarito più volte che considerava questo un rischio intollerabile per la sicurezza. Anche l'élite della diplomazia statunitense e alcuni esperti politici americani hanno messo in guardia da passi in questa direzione, definendoli avventati e provocatori".
"Ora si può scegliere l'una o l'altra opzione, ma nessuno sa quale sia quella giusta", prosegue l'intervistato. "Tutto ciò che è certo è che l'Ucraina continuerà a essere devastata, l'economia ucraina sarà gravemente danneggiata, decine di migliaia di ucraini saranno uccisi nei combattimenti".
Per Chomsky il sostegno di Stati Uniti e Ue all'Ucraina è legittimo. "Ma gli aiuti devono essere attentamente calibrati in modo da migliorare la situazione dell'Ucraina senza contribuire all'escalation del conflitto". E per evitare ulteriori distruzioni è necessaria una soluzione negoziata. "Altrimenti, il mondo si troverà di fronte a una minaccia crescente, fino a una possibile escalation verso la guerra nucleare, che in pratica significa la fine della vita umana organizzata sulla Terra".
"La pace è anche una necessità per l'Europa occidentale se vuole mantenere il suo sistema industriale avanzato, per ragioni che sono evidenti a tutti. Dobbiamo capire che con la crisi climatica e la minaccia di una guerra nucleare ci stiamo avvicinando al punto più pericoloso della storia umana", mette in guardia lo studioso con lontane radici ucraine. "La distruzione della vita umana organizzata sulla Terra è diventata una possibilità", conclude.
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