“Il giorno della liberazione per gli americani”

“Donald Trump è un uomo forte. Auguro al presidente e a tutta l’America il successo”. Con queste parole, pubblicate su X, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si è congratulato con Trump, aggiungendo che “gli ucraini sono pronti a collaborare con gli americani per raggiungere la pace, una vera pace. Questa è un’opportunità che va colta”.

Diverse organizzazioni, tra cui il più grande sindacato dei dipendenti pubblici statunitensi, hanno contestato in tribunale la legalità del Dipartimento per l’efficienza governativa che il presidente Donald Trump vuole creare e affidare a Elon Musk.

Uno di questi ricorsi chiede che il Dipartimento rispetti le regole stabilite dalla legge federale, la quale “impone varie salvaguardie per evitare che queste commissioni diventino un mezzo per promuovere interessi privati nel processo decisionale federale e per influenzare segretamente i funzionari federali”.

Con quali sentimenti Israele osserva il ritorno di Trump alla Casa Bianca? La corrispondenza di Thomas Paggini da Tel Aviv.

Auguri a Trump e auspici di collaborazione sono arrivati da quasi tutte le capitali e dalle istituzioni internazionali.

“Mexico Abraza te” (Il Messico ti abbraccia): si chiama così la strategia messicana per sostenere i connazionali rimpatriati dagli Stati Uniti. Il programma è stato presentato oggi (lunedì) da Rosa Icela Rodríguez, segretaria degli Interni del Messico, in risposta alla politica migratoria annunciata dal presidente statunitense Donald Trump.

La segretaria ha assicurato che il Messico è pronto ad accogliere i suoi connazionali “con dignità e sostegno”. Il programma comprende diversi provvedimenti, tra i quali l’accesso ai programmi sociali del governo federale, servizi sanitari garantiti e assistenza logistica.

La cerimonia di insediamento “è un ritorno alla tradizione, con il presidente uscente che vi prende parte”. Sono le parole dello storico Stefano Luconi, professore di Storia degli Stati Uniti d’America all’Università di Padova, sentito da SEIDISERA. L’esperto parla anche degli ultimi atti di Biden, che definisce “un po’ inquietanti: ha concesso il perdono presidenziale preventivo ai familiari e a persone che hanno posizioni diverse rispetto a Trump”.

“Colpisce il tono”. È quanto afferma il corrispondente RSI a Washington Massimiliano Herber al termine del discorso inaugurale di Donald Trump. “Trump ha promesso di cominciare alla grande, si è rivolto ai cittadini parlando di una svolta che inizia oggi, subito”.

Insomma, una promessa all’America, che deve però essere mantenuta in “poco” tempo: “Ha diciotto mesi per mettere in pratica tutto il necessario per dare la svolta sperata al paese”. Questo perché nel 2026 si terranno poi le elezioni di metà mandato e poi si comincerà a pensare a quelle del 2028.

“Ci vogliono subito azioni politiche chiare” sottolinea ancora Herber, ricordando che Trump avrebbe già pronti un centinaio di decreti esecutivi “che sin dal primo giorno cercheranno di dare corpo e sostanza alle sue promesse”.

Con l’inizio del mandato del presidente Donald Trump, il layout del sito web ufficiale della Casa Bianca (whitehouse.gov) è cambiato: un layout che dichiara “America is Back” (L’America è tornata). Sul sito si legge: “Ogni singolo giorno combatterò per voi con ogni respiro del mio corpo. Non mi fermerò finché non avremo consegnato l’America forte, sicura e prospera che i nostri figli meritano e che voi meritate”.

“Il nostro destino è anche nello spazio” ha quindi affermato Donald Trump, sottolineando che “è un viaggio che abbiamo iniziato noi e lo dobbiamo continuare noi, anche per quanto riguarda la conquista di Marte”.

Il presidente Donald Trump ha ribadito l’intenzione di rinominare il Golfo del Messico, che “d’ora in poi si chiamerà Golfo d’America”. E ha parlato anche del Canale del Panama, “che ci riprenderemo”.

Nel suo primo discorso da presidente, Donald Trump ha annunciato che già oggi firmerà tutta una serie di decreti storici, in primis per dichiarare lo stato d’emergenza nella zona di confine con il Messico.

“Con questi ordini daremo inizio al completo ripristino dell’America e alla rivoluzione del buon senso”.

“L’età dell’oro degli Stati Uniti inizia adesso: da oggi in avanti il nostro paese sarà rispettato in tutto il mondo, non concederemo più a nessuno di prendere vantaggio su di noi. Per ogni singolo giorno del mio mandato metterò l’America prima di tutto. La nostra sovranità verrà riaffermata, la nostra sicurezza ripristinata, la nostra giustizia ribilanciata”. Lo ha detto Donald Trump nel suo primo discorso da presidente.

Ha sottolineato: “L’America sarà presto più grande, più forte e ancora più eccezionale di quello che è mai stata”, spiegando che “ci aspettiamo tantissimo successo, una nuova luce su tutto il mondo”. E ha quindi detto che “il declino americano è finito”.

Ricordando il tentativo di assassinio avvenuto lo scorso 13 luglio, Trump ha detto che “dio mi ha salvato per far diventare grande l’America”.

“Il 20 gennaio del 2025 segna per tutti gli americani il giorno della liberazione” ha affermato.

“Io Donald John Trump giuro solennemente di adempiere con fedeltà alla carica di presidente degli Stati Uniti e al meglio delle mie capacità giuro di preservare, proteggere e difendere la Costituzione degli Stati Uniti. Che dio mi assista”. Con queste parole Donald Trump è diventato il 47esimo presidente degli Stati Uniti e inizia il suo secondo mandato alla Casa Bianca.

Il vicepresidente J. D. Vance ha giurato. Ora tocca dunque a Donald Trump.

“Signore, dona a tutti i nostri leader la saggezza per servire il nostro paese” ha detto il cardinale Timothy Donlan, arcivescovo di New York, nel suo intervento nell’ambito della cerimonia di insediamento.

A causa del gelo la cerimonia si tiene all’interno, nella Rotonda del Campidoglio. “Questo luogo è il cuore della democrazia” ha detto Amy Klobuchar, senatrice democratica del Minnesota, presidente del comitato per le cerimonia inaugurali. “Oggi il presidente eletto Trump e il vicepresidente eletto Vance presteranno giuramento. E assisteremo a un pacifico trasferimento del potere nel cuore della nostra democrazia”.

Nella Rotonda del Campidoglio è arrivato ora il vicepresidente eletto J. D. Vance. Per il giuramento, che avverrà poco prima delle 12 locali, userà una bibbia regalatagli dalla madre nel 2003, quando lasciò casa per unirsi ai Marine Corp.

È arrivato nella Rotonda del Campidoglio anche il presidente Joe Biden, che oggi cede il testimone a Donald Trump. E dà così il commiato a cinquant’anni di politica attiva e a un mandato da presidente per il partito democratico. Assieme a lui c’è la vicepresidente Kamala Harris.

Biden ha confermato di aver lasciato una lettera per Donald Trump sul “resolute desk”, la scrivania dello studio Ovale, secondo la moderna tradizione presidenziale.

Si susseguono le indiscrezioni sui contenuti dei primi provvedimenti che Donald Trump firmerà dopo aver giurato come presidente. Si appresterebbe in particolare a decretare la situazione di urgenza al confine con il Messico, dove l’esercito avrebbe un ruolo importante contro il flusso di migranti, e a ordinare all’amministrazione federale di riconoscere solo due sessi, maschile e femminile.

Donald Trump è arrivato in Campidoglio a Washington, dove alle 18 giurerà come nuovo presidente degli Stati Uniti.

Le minacce di dazi e di disimpegno di Donald Trump in Europea minacciano l’UE e la sua unità, all’insegna del “divide et impera” che si rispecchia nella presenza a Washington per l’insediamento di una sola leader europea, Giorgia Meloni. I Ventisette devono fare fronte compatto, afferma il vicepresidente della Commissione Stéphane Séjourné.

“Welcome home”, benvenuto a casa. Sono le parole con cui Joe Biden ha accolto Donald Trump alla Casa Bianca per un ultimo incontro prima del passaggio dei poteri fra il vecchio e il nuovo inquilino della residenza presidenziale statunitense.

“Ti amiamo America”: Joe Biden e la moglie Jill si sono concessi un ultimo selfie prima di lasciare la Casa Bianca

Donald Trump non imporrà dazi nel suo primo giorno da presidente. Lo riporta il Wall Street Journal citando alcune fonti, secondo le quali il presidente eletto si limiterà nelle prossime ore a chiedere alle agenzie federali di studiare ed esaminare le pratiche commerciali e i rapporti commerciali degli Stati Uniti con la Cina e gli altri paesi confinanti.

A poche ore dall’insediamento, Donald Trump ha partecipato a una cerimonia religiosa nella St. John Episcopal Church, nei pressi della Casa Bianca, seguendo una tradizione consolidata per i presidenti statunitensi. Con lui la moglie Melania, il figlio Barron e diversi altri membri della famiglia, oltre al vicepresidente J.D. Vance con la moglie Usha.

Anche l’amministratore delegato di Meta Mark Zuckerberg, il fondatore di Amazon Jeff Bezos, e i numeri uno di Apple e Google, rispettivamente Tim Cook e Sundar Pichai, erano in chiesa a St John con Donald Trump.

Il presidente eletto Donald Trump dichiarerà lunedì lo stato di emergenza nazionale al confine meridionale degli Stati Uniti con il Messico e annuncerà piani per l’invio di forze armate aggiuntive per contribuire alla sicurezza del confine, ha dichiarato un funzionario dell’amministrazione Trump, citato dall’agenzia internazionale Reuters.

Il funzionario, che ha parlato coperto da anonimato prima dell’insediamento di Trump come presidente, ha detto che Trump designerà anche i cartelli criminali come terroristi globali.

Lunedì il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con il presidente eletto degli Stati Uniti Donald Trump poche ore prima del suo insediamento, dicendosi “aperto al dialogo” sull’Ucraina per raggiungere una “pace duratura”, tre anni dopo aver lanciato l’assalto al suo vicino.

“Siamo aperti al dialogo con la nuova amministrazione statunitense sul conflitto ucraino”, ha dichiarato Putin durante un incontro con i ministri trasmesso dalla televisione russa. “Per quanto riguarda la risoluzione della situazione, vorrei sottolineare che l’obiettivo non deve essere una breve tregua (...) ma una pace duratura”, ha aggiunto.

Poche ore prima di cedere il potere a Donald Trump, Joe Biden ha concesso la grazia a rappresentanti eletti e funzionari pubblici per proteggerli da “procedimenti giudiziari ingiustificati e politicamente motivati”. Lo riferiscono i media statunitensi.

Tra questi anche Anthony Fauci,l’ex responsabile del National Institute of Allergy and Infectious Diseases che è diventato un parafulmine per le critiche della destra durante la pandemia di Covid-19.

Tra le altre figure che Biden ha deciso di proteggere da Trump anche l’ex generale Milley e i membri del comitato della Camera che ha indagato sul ruolo di Trump nell’assalto al Campidoglio. Fra questi anche Liz Cheney.

Il prossimo 14 giugno Donald Trump festeggerà il 79esimo compleanno. Entrando in carica a 78 anni e quasi 7 mesi è la persona più anziana a diventare presidente nella storia americana. Prima di lui il primato spettava a Joe Biden che, nel 2021, aveva 78 anni e 2 mesi, più di quanti Ronald Reagan (il precedente presidente più anziano) ne avesse al momento di ritirarsi.

Con la sua entrata in carica odierna Donald Trump ha cumulato 1’462 giorni quale presidente. Una longevità che lo colloca nella parte alta della classifica della permanenza alla testa degli Stati Uniti, subito dietro ad Abramo Lincoln che fu assassinato un mese e 11 giorni dopo il suo secondo insediamento. Se Donald Trump.
La classifica della longevità in carica è saldamente guidata da Franklin Delano Roosevelt, l’unico ad aver guidato il Paese per più di due mandati. Eletto nel 1932 entrò alla Casa Bianca nel 1933 e vi restò fino alla morte il 12 aprile 1945 per un totale di 4’422 giorni (allora non esisteva il limite formale dei mandati introdotto tramite un emendamento costituzionale nel 1951). All’altro estremo della classifica di durata figura invece William Henry Harrison, il nono presidente, che restò in carica solo 31 giorni dal 4 marzo alla morte a 68 anni il 4 aprile 1841. Fu l’ultimo presidente degli Stati Uniti nato con la cittadinanza britannica e il primo capo di Stato al mondo a essere immortalato in una fotografia ufficiale.

Nel 2029, alla fine del suo secondo mandato apertosi oggi, Donald Trump raggiungerebbe i 12 presidenti che finora sono restati in carica durante 8 anni per un totale di 2’922 giorni - alla pari (tra gli altri) di Barack Obama, George W. Bush, Bill Clinton e Ronald Reagan – superando il primo presidente degli Stati Uniti: George Washington. Questi restò in carica per due mandati, ma il primo risultò accorciato di una sessantina di giorni per (riporta la storia del Congresso) l’impossibilità di procedere immediatamente alla proclamazione dei risultati a causa della lentezza negli spostamenti nell’America del 1789.

Donald Trump è ufficialmente diventato il secondo presidente degli Stati Uniti a tornare in carica dopo una sconfitta. Prima di lui era capitato al democratico Grover Cleveland eletto nel 1884, sconfitto nel 1888 e nuovamente vincitore nel 1892.

Alle cerimonie di insediamento dei presidenti degli Stati Uniti è assai rara la presenza di alte cariche statali di altri Paesi. In particolare delle potenze rivali. Non è così per la seconda inaugurazione di Donald Trump, a cui partecipa anche il vicepresidente cinese Han Zheng. Si tratta di un elemento senza precedenti, ma che non avviene per caso. Mantenendo fede alla sua indole nel rompere con le tradizioni diplomatiche, nelle scorse settimane il tycoon aveva invitato nientemeno che Xi Jinping.

Il nuovo mandato di Donald Trump impone a Vladimir Putin una sfida complicata. Benché i due presidenti si siano trovati già di fronte lo scorso decennio e dunque si conoscano già bene, il contesto delle relazioni tra Russia e Stati Uniti è cambiato profondamente dopo l’inizio della guerra su larga scala in Ucraina nel 2022 e il Cremlino compete con un avversario la cui prevedibilità non è sempre scontata.